Politica sui cookie per Silvi15
Questa è la Cookie Policy per Silvi15, accessibile da www.silvi15.it

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.

Cerca su Silvi15


 

Visita il sito della

Corale "P.G. Lerario"

lerario banner

 

 


 

 

Per le vie del Borgo

Libro-borgo

Guarda il video 

di presentazione

CLICCA QUI

Il Lunedì di Pasqua del 1946…
“La Scampagnate e lu vote”

03 Per le vie del borgo COPQuella del 1946 fu la prima S. Pasqua dal ritorno a Silvi dallo sfollamento. Tutto il paese la festeggiò con particolare devozione. D’altra parte la Festa della Resurrezione era il simbolo della speranza della rinascita dopo le distruzioni e le morti causate dalla guerra... Quell’anno i giovani di Silvi Paese ripresero la tradizione della “scampagnata” del lunedì di Pasqua: una gita a piedi in campagna per trascorrere una giornata all’aria aperta. Le ragazze dell’Azione cattolica organizzarono tutto per bene. Ci ritrovammo la mattina presto davanti alla chiesa. Erano tutte femmine tranne io. Furono mia sorella e Anna Perazzitti che vollero che le accompagnassi per difenderle dai cani randagi che si aggiravano numerosi nelle campagne.

Spulciando tra vecchi giornali...

Da “Il Lavoro fascista” Quotidiano di Roma – Anno XX, n. 189 - Sabato 8 Agosto 1942, seconda pagina.

I ricordi di Ottavio…
LI SCARPUNE

Un tempo per i nostri artigiani non era facile trovare le materie prime e a comprarle nei depositi di Pescara ci volevano i soldi che, però, scarseggiavano. Mio padre, come tutti in paese, sapeva far fruttare il poco di cui riusciva a disporre. Da ragazzini le scarpe non erano un indumento troppo indossato. Praticamente dalla primavera all’autunno, tempo permettendo, si andava in pantaloncini corti e a piedi scalzi! Ma d’inverno le cose cambiavano con il freddo e la neve non si potevano lasciare i piedi senza scarpe. In prossimità della cattiva stagione, mio padre diede una magnifica pelle di bue al calzolaio del paese, zì Marie, con l’intesa che in cambio l’artigiano avrebbe fatto le scarpe a tutta la mia famiglia.

Ricordo di Ottavio Scianitti a cura di Franco Costantini
La primavera “brilla nell’aria e per li campi esulta”

Quando arrivava il mese di marzo al paese il tepore della primavera prendeva il posto delle fredde e piovose giornate invernali. Finalmente a scuola la maestra faceva aprire le finestre. Il venticello che giungeva dalla vallata portava odori, suoni e aria nuova per i nostri polmoni bisognosi di ossigeno dopo le interminabili mattinate trascorse a respirare la carbonella che il Comune ci passava come riscaldamento, tramite mio nonno fornaio... Il sabato pomeriggio e la domenica gruppi di ragazzi, di giovani e meno giovani lo dedicavano alle lunghe e... remunerative passeggiate nei due piccoli boschi che stavano sotto il paese in cerca di funghi, asparagi e nidi. Nel sacro silenzio che ci accompagnava vedevamo agilissimi scoiattoli saltare da un ramo all’altro, leprotti e uccelli di ogni tipo. Gli unici che si distinguevano erano i Mancinelli, grandi esperti in materia dalla straordinaria voce che ci accompagnava nelle nostre scorribande con canzoni popolari e, persino, romanze di opere liriche!...

ricordi silvaroli

 

ERA PRIMAVERA…

Era una mattina come tante… Il mare laggiù era calmo e argenteo, mentre le ultime barche rientravano dalla notte di pesca. Il profumo degli alberi in fiore era intenso, quasi inebriante. Le rondini, a frotte, si rincorrevano cinguettando a perdifiato quasi volessero annunciare l’imminente estate! Sotto i cornicioni delle case dai nidi di fango e paglia, spuntavano le testoline delle nuove rondinelle in attesa delle mamme con il cibo… Pensavo: siamo partiti in tanti da questo borgo incantato.

ricordi silvaroli

 

“Pataciò”

Era un pomeriggio afoso di un agosto particolarmente calda. Decisi, allora, di andare giù alla loggia per sentire un pò di sollievo grazie a quel fresco venticello che lì soffia sempre!... Dopo la bella boccata d’aria pensai di ripercorrere la stradina che prendevo per andare a scuola, quand’ero bambino. Nella piazzetta che sta dopo la curva, dove solitamente i pescatori stendevano ad asciugare e riaggiustare (‘armacchià) le reti, seduti attorno ad un piccolo tavolo traballante c’erano cinque “soggetti” che facevano la “passatella” a carte: Amerigo “Zuchette”, Giorgio di “Muntagnole”, Fritucce di “Maione”, Lione “di lu sceme” e “Pataciò”, il capo indiscusso, con la testa pelata e bruciata dal sole e la sua imponente corporatura.

Copyright © 2024 www.silvi15.it. All Right Reserve.
Partner of Joomla Perfect Templates