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“Gine di Piluse”, lu marinare

Ero a Silvi per una vacanza. Una mattina mi alzai presto, al suono della campana della Chiesa che annunciava l’Ave Maria. Ero giovane e pimpante. Di corsa scesi. Lungo la scorciatoia verso la marina per godermi lo spettacolo delle barche che tornavano dalla pesca. Poco prima del Cerrano, fui attirato dall’odore irresistibile delle pizzonde appena fritte che proveniva da un piccolo stabilimento in legno costruito dal maestro falegname, la buon’anima di Deo Mancinelli  (diventato, successivamente, un bel lido “Piè d’oro”, dove, mi dicono, si mangiano ancora delle ottime frittelle). Mentre mangiavo la pizzonda accompagnata da un bianco frizzantino con gassosa, mi si sedette accanto un signore. “So Gine di Piluse – mi disse – so spusate la fije di Miccichelle, Fiuminucce, vicine di casa vostre”.

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ZI FRANCISCHE DI VINCINZETTE

La sua casa era sulla picciunara. Una famiglia distinta per il loro modo di fare e il rispetto che davano a tutti i vicini,del nido che avevano costruito con la fedelissima e rispettata moglie Splendora restano tanti ricordi di loro; tre figli Vincenzino, Anna Maria e Stefano, chiamato Nevio. La casa era alla parte sinistra della picciunara,un portoncino a sinistra, un accogliente cucina a destra, una bella sala da pranzo dove io ed Anna Maria facevamo i compiti di scuola.

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1944: il Natale del tenore Di Stefano a Silvi!...

12 ricordi silvLa domenica prima del Natale del 1944, in piena guerra, di colpo non si sentirono più spari, né il rombo degli aerei americani che venivano a bombardare sicché anche le contraerei posizionate dai tedeschi giù sotto al cimitero tacevano… I reduci della prima guerra mondiale del 1915/1918 dissero che la guerra non era finita: si trattata solo di una piccola tregua. Giusto il tempo per trascorrere in santa pace il S. Natale.

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Halloween silvarolo…

Ormai le belle giornate dell’estate erano un ricordo. Eravamo tornati a scuola. Noi della classe 1935 frequentavamo la V^ elementare con la maestra Bindi. Ricordo alcuni nomi di ragazzi che erano in quella classe: Annamaria sposata con Chiassolini, Eva, Anna e Nella tra le femmine e Mario, Enzo, Sergio e Osvaldo tra i maschietti (li dijvule!...), oltre ai due pluriripetenti Amedeo e Pasquale “di Crispino” (venivano a scuola con un fisco di vino ed erano i primi ad entrare e gli ultimi ad uscire…ubriachi!...). La scuola, dopo le vacanze era considerata una sorta di punizione… In campagna i contadini avevano già seminato il grano e dissodato la terra.

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LA PROCESSIONE DI S. ROCCO

Avevo acquistato una cinepresa Sony e mi divertivo, nel tempo libero, a filmare le cose che mi parevano curiose o interessanti. E fu così che mi venne in mente di tornare a Silvi paese per fissare sulla pellicola le scene di vita paesana e i luoghi della mia fanciullezza. Scelsi di andare nei giorni in cui si festeggiava S. Rocco così avrei colto due piccioni con una fava: rivedere Silvi e incontrare facilmente molti vecchi amici in occasione della festa di S. Rocco. Quando la processione partì dalla Chiesa, io corsi giù verso la loggia e mi sistemai con la cinepresa su una scalinata da dove potevo vedere bene l’intera processione.

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Antonio Perazzitti: un falegname con i fiocchi.

Antonio era figlio di Leone Perazzittti, apprezzato suonatore di bombardino che, per la sua bravura era conteso da diversi corpi bandistici, sicché andava spesso in giro a suonare. Leone possedeva anche una rivendita di sale e tabacchi e una bella sala da gioco dove si svolgevano accanite “passatelle” domenicali tra i pescatori. Era fratello del maestro Francesco Perazzitti e di mia nonna Laura. Qualche mese prima di partire mia madre mi mandò da  Antonio a Silvi Marina dove aveva la sua avviata falegnameria, ma non perché io imparassi l’arte ma perché fossi “avviato” alla vita, ai problemi connessi con la realtà diversa da quella del piccolo paese dove ero vissuto fino ad allora.

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