Quando si avvicina il Natale, mi sovviene sempre la commedia di Eduardo De Filippo “Natale in casa Cupiello” che è un classico storico famosissimo ed io, essendo campana e una eduardiana sfegatata, potrei parlare di lui tanto ma non si può sia per il poco spazio giornalistico sia perché ci sarebbe tanto da raccontare. Ci sarebbe anche da menzionare Luciano De Crescenze che nel suo libro “Gesù è nato a Napoli” descrive in maniera minuziosa tutti i personaggi del Presepe attraverso metafore, simpaticamente. Chi volesse interessarsi, lo acquisti perché è anche un testo informativo importante. Ma siccome non c’è alcun interesse alla lettura, chissà se sarà esaudito il mio suggerimento. Quindi che posso dire del Natale se non le cose stereotipate di sempre? E allora non dico niente, e siccome due negazioni affermano, è come se avessi detto implicitamente tutto sull’argomento. Per il resto voglio sottolineare lo squallore della mancanza di belle luminarie per il paese, non tanto per dare importanza alla forma, quanto per accreditare la gioia del Natale ed infondere negli occhi di chi le guarda, la luce della speranza. La nostra festa “italiana” è italiana e non esterofila come vorrebbero altre culture. E noi dobbiamo pretendere di avvallarla anche perché è portatrice di valori e sentimenti fraterni soprattutto per i bambini. Il mio rammarico è perché tutti i miei articoli lasciano il tempo che trovano, nonostante io chiedo di scrivere da molti anni brevi pensieri almeno ai ragazzi. Ora questa copia uscirà, ma fatelo almeno dal numero prossimo. Se ci sarà solo uno, vuoi dire che sto riuscendo a motivare le mie idee che suppongo non siano tanto melense. Insomma chi vuole riconoscerei in esse e condividere con me, lo faccia. Io non voglio un like attraverso un computer o un telefonino, ma solo un pensiero, solo un pensiero e basta. Comunque auguro un sereno Natale a tutti a chi scriverà e a chi non scriverà e soprattutto un Buon 2019.