È d’uopo inneggiare all’arrivo della primavera anche con il suo clima altalenante, portatrice di buone nuove che poi comunque si rivelano col tempo non sempre buone ma identiche alle precedenti. E qui mi riferisco alle sconfitte politiche, economiche e sociali che imperterrite vanno avanti e prolificano come gramigna. L’ho solo accennato ma non ne voglio parlare perché non meritano troppa attenzione. Piuttosto mi affido alla speranza che suscitano il verde dei prati e il rosa dei peschi in fiore. Il sole riscalda la natura e anche i nostri cuori tormentati dagli eventi negativi. Il mare che si colora e si scolora di luce. L’inebriante profumo dei fiori. Le pratoline che ammantano i prati. Il venticello leggero e ricordare e la leggera pioggia di cui parla il poeta Angelo Silvio Novaro: “che dice la pioggerellina di marzo che picchia argentina sui tetti…”. E Tutti questi doni di Dio, anche se percepiti, non sono considerati nella loro importanza dai ladri, dagli assassini, dai mercanti di armi… supportati da leggi ambigue e false. Ed è così che sta andando a rotoli l’Italia; ed è così che si stanno plagiando i giovani adescati da promesse pecuniarie e di potere ed è così che ci stiamo avviando all’odio collettivo. Allora io mi domando: vale la pena di operare male credendo di vivere bene per poi perdere tutto? Perché, si sa, in questo mondo si perde tutto: la dignità, il rispetto di se e degli altri, la volontà di vivere bene. E la storia si ripete incessante. In certi momenti penso che stiamo vivendo un secondo medio Evo, magari in attesa di un nuovo rinascimento… a meno che non ci facciamo giustizia da soli diventando complici dei delinquenti, se la politica e lo Stato non intervengono. Molti dicono che è tardi, ma non è mai troppo tardi, se si vuole. La verità è che non si vuole e…Amen, come dice la canzone di Francesco Gabbani, vincitore delle nuove proposte a San Remo.