Politica sui cookie per Silvi15
Questa è la Cookie Policy per Silvi15, accessibile da www.silvi15.it

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.

Cerca su Silvi15


 

Visita il sito della

Corale "P.G. Lerario"

lerario banner

 

 


 

 

Per le vie del Borgo

Libro-borgo

Guarda il video 

di presentazione

CLICCA QUI

ricordi silvaroli

LA PROCESSIONE DI S. ROCCO

Avevo acquistato una cinepresa Sony e mi divertivo, nel tempo libero, a filmare le cose che mi parevano curiose o interessanti. E fu così che mi venne in mente di tornare a Silvi paese per fissare sulla pellicola le scene di vita paesana e i luoghi della mia fanciullezza. Scelsi di andare nei giorni in cui si festeggiava S. Rocco così avrei colto due piccioni con una fava: rivedere Silvi e incontrare facilmente molti vecchi amici in occasione della festa di S. Rocco. Quando la processione partì dalla Chiesa, io corsi giù verso la loggia e mi sistemai con la cinepresa su una scalinata da dove potevo vedere bene l’intera processione. Dai balconi e dalle finestre delle case pendevano lenzuola e coperte belle e colorate in onore del Santo. Dalle finestre le donne, al passaggio della statua, lanciavano manciate di petali di fiori il cui profumo si fondeva mirabilmente con quello delle viole a ciocca che normalmente e spontaneamente crescevano sui vecchi muri… Davanti a tutti c’era Antonio Mancinelli, il barbiere e capo dei deputati della festa. Dietro veniva Leone, detto Padre Lorenzo, con la croce e poi due lunghe file di donne con “fazzoli” (foulard) in testa e la candela accesa in mano rispondendo alle preghiere  e ai canti che don Antonio, il parroco, dirigeva con il suo megafono portatile. Quando il prete passò davanti a me, prima di salire verso via S. Rocco, si accorse che stavo facendo la ripresa: mi guardò, mi sorrise e fece un inchino di saluto con la simpatia che lo ha sempre contraddistinto. Dietro al prete c’era il Santo portato a spalla da giovani uomini. Dietro la statua camminava la banda musicale che accompagnava  la processione cercando, con le marce che suonava, di portare il ritmo del passo della gente. Mi venne un nodo alla gola e mi commossi parecchio quando la banda, intonò l’inno sacro che chi sa quante volte avevo sentito e cantato da bambino: “Noi vogliam Dio”… Si combinarono due  sentimenti in me: la nostalgia della mia fanciullezza vissuta al paese e la bellezza di quel magnifico canto alla Madonna che avevo sentito per la prima volta dalla voce di mia nonna… La processione  era chiusa da uno stuolo di giovani e uomini che seguivano con devozione la processione: c’era il sindaco, c’era il mio parente e maestro muratore Peppe “Napuliòne” con le mani tenute dietro la schiena, c’erano i pescatori, gli artigiani e i contadini venuti dalla campagna per devozione a S. Rocco. Quando la processione salì verso via S. Rocco, bloccai la cinepresa e iniziai ad avere qualcosa che somigliava ad un sogno. Come in un film, rivedevo gli stallieri dei vari nobili del paese (Piloti, De Torres ecc…); i pescivendoli con le loro carrette che si rincorrevano per arrivare primi e occupare i posti migliori nelle piazze; i pescatori, annebbiati dal vino, con le loro grida mentre giocavano a carte; i saluti che le donne si passavano sorridendo da una finestra all’altra delle case quasi attaccate tra di loro; Letizia che per un bicchiere di vino e qualche soldino andava a “coje” l’acqua alla fonte del pisciarello; Tutina che gridava a Maria: “Marì, Marì manneme ddù tizzù di carvune appiccìte…”; Sofia di “Bracalette” che chiedeva la segatura per il camino; la mamma che gridava al figlio che non gli ubbidiva: “che ti pozza pij’ ‘n’andrace, madonna mè!....! Ricordi…Pensieri…Sentimenti…Nostalgia del tempo passato e che, purtroppo, continuava a passare mentre io sarei tornato ancora in Canada, lontano dal mio paese, dai ricordi viventi della mia giovinezza…

Ottavio Scianitti

Copyright © 2024 www.silvi15.it. All Right Reserve.
Partner of Joomla Perfect Templates