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Proposta di Scordella e Gambacorta
PER RICORDARE IL MASSACRO DI TANTI ITALIANI
“Intestiamo una piazza o una via della città ai Martiri delle Foibe”

02-FoibeSedici anni fa il presidente della repubblica Azeglio Ciampi promulgò la legge 92, approvata da tutto il parlamento italiano, con la quale si istituiva il “Giorno del ricordo” delle vittime delle foibe. In questi giorni a Silvi si sta pensando a una lodevole iniziativa pubblica che renda memoria di quel martirio di migliaia di italiani, rimasto nel dimenticatoio per oltre 50 anni. “D’accordo con il presidente del Consiglio comunale Antonio Gambacorta – ha annunciato il sindaco Andrea Scordella – abbiamo intenzione di proporre al Consiglio l’individuazione di una piazza o, in alternativa, di una via da intitolare alle vittime che perirono in condizioni atroci nelle Foibe e alle sofferenze di quanti furono costretti ad abbandonare per sempre le loro case in Istria e in Dalmazia. Il presidente Ciampi ribadì, nella dichiarazione che accompagnò la firma della legge 92/2004, che quei drammatici avvenimenti formano parte integrante della nostra vicenda nazionale che devono essere radicati nella nostra memoria; ricordati e spiegati alle nuove generazioni. Tanta efferatezza, disse Ciampi, fu la tragica conseguenza delle ideologie nazionalistiche e razziste propagate dai regimi dittatoriali responsabili del secondo conflitto mondiale e dei drammi che ne seguirono. Si è fatto un gran parlare – ha lamentato il sindaco Scordella – di un’Italia riconciliata nel nome della democrazia, che si è lasciata alle spalle odi e rancori, ma solo qualche giorno fa abbiamo assistito ancora a incredibili atti di discriminazione verso le vittime delle foibe da parte di rappresentanti nazionali dell’Associazione partigiani d’Italia che per il loro ruolo e le loro cariche, dovrebbero essere i testimoni e i paladini di questi principi fondamentali della convivenza civile e del rispetto della storia. La proposta che andremo a fare in consiglio comunale – ha specificato il sindaco Scordella – non è un atto di protesta nei confronti di chi si ostina a classificare i martiri della guerra, dell’ingiustizia, dell’odio razziale e dei regimi dittatoriali in martiri di serie A e altri di serie C. È, viceversa, un atto di rispetto e il riconoscimento a essere ricordate per tutte quelle vittime, senza distinzioni di razza e di ideologia politica. I partigiani – ha concluso il sindaco Scordella - hanno avuto giustamente riconosciuti tutti i loro meriti, ma erano equiparabili a soldati che combattevano per una giusta causa con le armi in pugno. Le vittime delle foibe, invece, sono state condannate a una morte orrenda solo perché italiani, senza che si potessero difendere, anche perché moltissimi di loro erano donne e bambini”.

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