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Silvi e il Covid19
È IL MOMENTO DI STRINGERE I DENTI
“Insieme riusciremo a vincere questa grande battaglia”

Fare il punto sulla situazione del momento che stiamo vivendo, non è facile. Al momento non c’è ancora la possibilità di indicare con certezza quali saranno nell’immediato futuro gli sviluppi della grave crisi sanitaria che sta condizionando in maniera vertiginosa la nostra vita catapultandoci in una vicenda che, per le sue proporzioni mondiali, sta creando enormi problemi a tutte le nazioni, anche a quelle più ricche e avanzate tecnologicamente. D’altra parte, quando si combatte contro un nemico del quale non si conoscono ancora bene le origini, la capacità di resistenza e i punti deboli è difficile individuare efficaci contromisure per sconfiggerlo.

Nell’attesa che le migliaia di ricercatori e scienziati di tutto il mondo riescano a trovare il vaccino, rimedio definitivo alla diffusione del corona virus, si stanno sperimentando farmaci che danno una buona percentuale di risultati positivi. I numeri dei contagiati e dei morti in Italia e nelle altre nazioni sono indubbiamente impressionanti e danno l’idea di quanto sia subdolo questo virus! È vero che è difficile sfuggire del tutto al suo rincorrerci, ma è pur vero, che laddove abbiamo usato la testa anziché l’istinto i risultati non sono mancati. Vivere da semplice cittadino una esperienza del genere è certamente traumatico. Viverlo da sindaco della città è drammatico perché ti senti addosso il peso di ogni cittadino, le sue paure, le sue preoccupazioni, la sua ansia e le sue attese… Ho emanato diverse ordinanze, non sempre “apprezzate” da tutti. Capisco che ognuno di noi ha il suo modo di vedere e interpretare le cose e che i condizionamenti del bombardamento mediatico h24 di TV, radio, carta stampata e social - che riportano contemporaneamente pareri contrastanti e opposti di esperti di ogni genere - non ci aiutano a districarci nel dedalo delle loro mille teorie su questo fenomeno, sulle cause, sui rimedi e sui modi di gestire la nostra vita quotidiana per evitare di subire conseguenze che possono essere anche letali. Un punto su cui la stragrande maggioranza dei medici e degli scienziati si trova d’accordo é la disposizione perentoria di non uscire di casa se non per gravi motivi e, comunque, muniti di dispositivi di protezione, guanti e mascherine tenendosi sempre a distanza da altre persone.
La mia unica preoccupazione è quella di evitare che i miei concittadini corrano dei pericoli per atteggiamenti superficiali che andrebbero a nuocere oltre a chi li assume anche a quelli che con lui vivono o che hanno la sventura di incontrarlo, magari, occasionalmente. Per raggiungere questo obiettivo mi sono adoperato con impegno cercando sempre il conforto del parere degli esperti e seguendo le direttive che provenivano dagli organi superiori. Talora sono intervenuto anche per restringere le possibilità che quelle direttive consentivano, ma l’ho fatto esclusivamente per salvaguardare le persone da possibili occasioni, ancorché remote, di contagio.
Non possiamo pretendere di rimanere illesi al passaggio di un siffatto uragano, però possiamo dire, incrociando le dita, che, grazie anche alla buona risposta di tutti, abbiamo registrato danni inferiori rispetto a quello che hanno subito altri Comuni.
Ma non è finita. Adesso, anzi, si prospettano giorni in cui, secondo le previsioni della Protezione civile, si dovrebbe registrare il famoso “picco”: questo è il momento di stringere i denti, di dimostrare tutta la voglia che abbiamo di vincere questa grande battaglia che ricorderemo per tutta la vita. Un grande, immenso ringraziamento va a tutti i medici di famiglia, alle operatrici sociali, alla Protezione civile, alla Croce rossa, al Consultorio familiare, alle associazioni volontaristiche, alla Polizia Locale, ai Carabinieri, alla Polizia di Stato e ai dipendenti comunali che coordinano il COC.
Un riconoscimento particolare va anche ai medici, agli infermieri, agli assistenti e in generale a tutto il personale dell’ospedale di Atri, compreso quello che ha il compito di fornire i pasti ai ricoverati e quello che assicura una pulizia e un’igiene straordinaria al nosocomio atriano. Sono orgoglioso di aver sostenuto sempre, ma in questo periodo in particolare, che l’ospedale di Atri è un bell’esempio di sanità pubblica, dove ci sono medici e paramedici di grande valore e professionalità, che va rivalutato e tenuto nella giusta considerazione anche dopo che la bufera sarà finita.

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