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editoriale

Non sembra vero, ma tra due settimane entrerà l’autunno, la stagione delle grandi raccolte: la vendemmia e le olive… Stagione di consuntivi anche per la politica locale, maggioranza e opposizione. 18 mesi di gestione amministrativa non sono tanti, ma non sono neppure pochi. Gli schieramenti, come eserciti pronti al combattimento, si fronteggiano posizionando le loro postazioni strategiche e iniziano a far fuoco con i colpi a disposizione… La maggioranza porta il resoconto delle cose fatte, le opposizioni di quelle non fatte ovvero di quelle fatte male. Ovviamente, non ci saranno né vinti né vincitori, com’è tradizione… Bla… bla… bla… e tutto resterà come prima, quasi che nulla fosse accaduto. E sì perché nessuno ha voglia di svegliarsi dal suo torpore nè, tanto meno, c’è qualcuno disposto ad ammettere i suoi pur evidenti errori o insuccessi e cercare di porvi rimedio con idonee soluzioni, specie se queste sono “suggerite” o proposte da “altri” che non siano se stessi o i loro fidatissimi scudieri. Errare humanum est… perseverare diabolicum… Ma chi se ne frega? Quel che conta è la “supremazia” nell’apparire i “migliori”, i più bravi, i più intelligenti e, soprattutto, i più potenti facendo leva della posizione che si occupa nello scacchiere cittadino, nell’una e nell’altra sponda del potere. Ognuno, da buon “cinese”, si limita ad attendere che scorra, lungo fiume che li divide, il cadavere dell’avversario politico. Ma la città, la gente, in cittadini, i loro diritti e le loro aspettative non contano? E se contano… quanto contano rispetto alle presunte “esigenze” di partito e di correnti all’interno degli stessi? Hanno voglia a dire: terza, quarta, quinta Repubblica… è solo una questione di “nominalismo”, la pasta, dentro, è sempre la stessa, purtroppo. Historia docet… Ma quando, se mai ci sarà una prima volta, si comincerà a ragionare con la propria testa, liberata da assurdi e dannosi pregiudizi, per cercare di intraprendere nuove iniziative e promuovere nuovi modi di approccio ai problemi della città e dei cittadini che vadano nella direzione che tutti dicono di avere come meta – il bene comune “super omnia” - ma che nessuno, in concreto, finora ha seriamente messo in atto? “Intelligenti pauca”, dicevano i romani: a chi è intelligente bastano poche parole per capire… Cristo, di fronte alla gente che faceva finta di non capire, soleva ripetere “chi ha orecchi da intendere intenda!..”.Ci sarà mai qui da noi qualcuno capace di puntare i piedi e intraprendere davvero un nuovo modo di fare politica?

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