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Lettere al direttore

 

Caro direttore,

ti scrivo per sottoporre alla tua attenzione, a quella dei lettori di Silvi 15 e, soprattutto, a quella dei nostri amministratori, alcune considerazioni che, secondo quel che sento, in tanti condividono in questa città. Abbiamo sempre creduto che l’affidamento a ditte private dei servizi comunali, specialmente quelli essenziali e primari, sarebbe stata la panacea di tutti i mali. Non ho difficoltà ad ammettere che anch’io la pensavo e, in verità, la penso ancora allo stesso modo. Però, dopo i primi buoni risultati, mi viene il dubbio che le ditte appaltatrici facciano compiutamente oltre al loro interesse anche quello della collettività. Prendiamo il caso della rete idrica.

Le frequenti rotture dovute a interventi di altri gestori delle reti elettriche, gas o telefoniche e alla vetustà della rete, ma anche alla carenza della manutenzione, nonostante le pressanti segnalazioni all’ACA, oltre a pericolosi impantanamenti di vie e piazze causano una grande quantità di dispersione dell’acqua potabile, un bene che in tutto il mondo si invita ad utilizzare con la dovuta attenzione. Che dire, poi, della pubblica illuminazione? Non c’è giorno che sui social non si denuncino intere zone al buio di notte. Quello che appare strano e suscita perplessità, per non dire sospetto, è che il fenomeno non accenna a diminuire. Anzi… Non posso credere che chi gestisce l’illuminazione pubblica, incassando cifre molto importanti, quando si interrompe la fornitura di energia non si preoccupi più di tanto di riaccendere sollecitamente i lampioni che illuminano le vie e le piazze di Silvi per un tornaconto poiché nel contratto di gestione è compresa anche il pagamento della bolletta: se le luci non ardono il contatore non gira. Se così fosse, ma io non lo credo, sarebbe evidente che meno ardono i lampioni pubblici più il gestore guadagna, sicchè le interruzioni da un lato danneggiano i cittadini e dall’altro produrrebbero indebiti profitti alla ditta appaltatrice. Questa ipotesi è da prendere con le molle, ma mi riporta alla mente la storica frase detta da Papa Pio XI e resa celebre da Andreotti: “a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. Non v’è dubbio che, ad ogni modo, un controllo da parte dell’ufficio comunale competente non sarebbe male, se già non lo fa. Qualche perplessità la suscitano anche le altre ditte appaltatrici di servizi pubblici, come ad esempio la gestione del verde pubblico. Si salva la Diodoro Ecologia, azienda appaltatrice della raccolta dei rifiuti solidi urbani e della pulizia delle vie che assicura un servizio puntuale ed efficiente. La Diodoro, però, dovrebbe controllare meglio e pulire con regolarità i tombini che ricevono le acque meteoriche, spesso pericolosamente intasati. Grazie per l’ospitalità.

Remo De Bonis

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