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L angoloSi dice che la speranza sia l’ultima a morire ma a quanto pare moriremo noi prima per il caro vita, per venti di guerra e la gioia delle strade di Silvi finalmente asfaltate. Queste ultime dipendono esclusivamente dalla burocrazia Comunale. Che si faccia presto perché si cade per evitare buche e dissestamento del terreno soprattutto tra l’incrocio di via Leonardo da Vinci e via Dante Alighieri a causa di vetri rotti proprio al semaforo che non sono stati mai spazzati. È assurdo. Quante volte dobbiamo far presente questi disagi? E poi si punta il dito sui rifiuti, problema senz’altro importante, ma non è l’unico e il problema dei gatti che sporcano dei loro bisogni nei giardini.

APPELLO AI SILVAROLI,
popolo di santi, poeti, navigatori e...

Blasiotti Massimo22Spesso attraverso i social, abbiamo il piacere di ammirare vecchie foto di Silvi. Questo suscita amarcord e nostalgie che appartengono ad un epoca passata intrisa di grandi difficoltà ma al tempo stesso di una caratteristica unica nella quale tutti si riconoscevano... il paese... “esse, lu Silvarole”.
Certo, in quegli anni il paese era sicuramente un paese “provinciale”, con i suoi riti, usi e costumi, ma era Silvi, con la sua grande marineria, con i suoi fenomeni calcistici, con il suo mare e la sua campagna e con le sue famiglie... insomma CON LA SUA IDENTITÀ... che del resto era comune a molti paese e paesetti di quell’Italia che fino alla fine degli anni ’70 era ben visibile e riconoscibile in alternativa al VILLAGGIO GLOBALE ODIERNO.

“REQUIEM PER UN SOGNO”

Il Paesino era un incanto. Una natura rigogliosa e incontaminata circondava, con il suo verde smeraldo, la base della corona. I suoi conturbanti fianchi adornati da acacie, ginestre e biancospini impedivano alla luce del sole di ferire lo sguardo, mentre i tigli diffondevano il loro profumo inebriante.
Gli occhi dei turisti, arrivati alla Loggia, si spalancavano di fronte allo scintillio del mare, ai massicci della Maiella e del Gran Sasso; quelli dei paesani, seduti sui muretti storici della Loggia, rabbrividivano di fronte all’”Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti”, ma ne assaporavano il profumo di salsedine che, nei giorni di tempesta, saliva fino alla collina e solleticava le narici. Le strade perfettamente pulite da un unico spazzino e il profumo invitante del pane che cuoceva si propagava per le vie d’intorno. Guerrieri armati di copricapi di ferro hanno violato la sua verginità.

L inquietoConsigli Comunali come un palco elettorale? Certo che no, ma appare concetto abbastanza travisato assistendo ad alcuni di essi, tanto che si stenta a crederci. Si sa che in presenza di tale Consesso tutti i Consiglieri, compreso il Sindaco debbano esprimere opinioni e concetti inerenti ai punti dell’Ordine del Giorno senza noiosa enfasi elettorale, senza sorrisi sarcastici e tanto meno pacche sulle spalle degni dei politicanti da stadio, ma con etica dialogica dignitosa che dovrebbe prescindere totalmente dalla fase propagandistica. Il Presidente del Consiglio dovrebbe richiamare in tal senso, scrollandosi di dosso la pacca da bar. Dovrebbe. E l’Opposizione? Tace, si assenta, passeggia, traccheggia, telefona.

Appello…

La notte tra il 29 e 30 dicembre 2021, tra le ore 24 e le 3 di mattina mi hanno aperto il cancello di casa e hanno preso il mio cane, un labrador retriever di 7 anni. È stato visto sulla nazionale all’incrocio di Silvi Alta un tizio che lo stava caricando sull’auto, una Alfa Romeo. La mattina sono andata a fare denuncia e dopo un paio di ore sono stata avvisata del ritrovamento: purtroppo aveva subito la peggiore sorte che auguro con tutto il cuore subisca chi lo ha procurato al mio cane. Yago, era questo il nome del mio cane, era stato sgozzato e adagiato in mezzo alla ferrovia in modo tale che il passaggio dei treni non lo prendesse.

L angoloCon mia grande soddisfazione constato che le spiagge disastrate sono state compensate dalla sabbia.
Adesso mancano gli scogli orizzontali per evitare l’avanzare del mare a causa dell’eventuali mareggiate. Voi direte: un po’ alla volta! Ma ormai siamo appena tre mesi dalla fine dell’estate perché l’inverno è lungo, l’estate no. E le strade? Si sono asfaltate solo verso il centro.

PIETRO BARABASCHI

06 Pietro BarabaschiCon la morte di Pietro Barabaschi, Pucci per noi suoi amici di vecchissima data, si chiude una pagina straordinaria della storia di Silvi. Secondo dei tre figli di Angelo Barabaschi (il primo era Emilio e il terzo Gianni), fu quello che diede il tocco decisivo che fece della SAILA uno dei marchi più importanti dell’industria dolciaria italiana. La fase di maggiore espansione e successo dei suoi prodotti si verificò quando i tre fratelli, da bravi manager, si suddivisero i compiti nella sua gestione.

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