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Non posso tacere su un avvenimento conosciuto da tutti di qualche tempo fa: la grande mareggiata che ha procurato parecchi danni alle spiagge ed agli stabilimenti. Allora, ora, non voglio ripetermi al costo di sembrare noiosa, però lo devo fare, lo devo fare. La colpa è dell’uomo, non della natura, non del mare. I famosi scogli, di cui si parla da anni, perché non sono stati messi? Mah! Forse non avrebbero ovviato a questi disastri ma comunque avrebbero protetto un po’ gli argini. Ora che succede?
Siamo entrati nel nuovo anno e per me, come tutti, un anno in più in avanti, lasciando dietro ricordi belli o brutti ma comunque che appartengono ad un nostro passato che non torna più. Se potessimo fermare il tempo, forse aggiusteremmo qualche sbaglio e tornerebbero i momenti migliori. Le feste sono trascorse nelle luci, nelle decorazioni natalizie, nei concerti, nei canti e certamente rimane dentro di noi l’armonia come una scia che man mano si disgrega nell’aria come pulviscolo di colori e melodie a scapito dei rumori, venti, pioggia e neve.
Quando si avvicina il Natale, mi sovviene sempre la commedia di Eduardo De Filippo “Natale in casa Cupiello” che è un classico storico famosissimo ed io, essendo campana e una eduardiana sfegatata, potrei parlare di lui tanto ma non si può sia per il poco spazio giornalistico sia perché ci sarebbe tanto da raccontare. Ci sarebbe anche da menzionare Luciano De Crescenze che nel suo libro “Gesù è nato a Napoli” descrive in maniera minuziosa tutti i personaggi del Presepe attraverso metafore, simpaticamente.
Il Gabbiano
(dedicato a Gianni e Stefania)
In un mattino presto l’alba sul mare brillò,
e lì volarono due gabbiani.
Due gabbiani andarono verso l’alto e pian piano
Andarono sempre più in alto verso il sole.
E lì nacque un piccolo gabbiano.
E anche lui volò sempre più in alto verso il sole,
verso le stelle, verso la luna che gli sorrideva.
E il mare brillò con il suo splendore…
Grazie di cuore.
Leone Paolone
Ci incamminiamo verso un nuovo anno e come diceva Lucio Dalla : “Caro amico ti scrivo … l’anno vecchio è finito....” Quindi niente cambia mentre tutto cambia come sosteneva il filosofo greco Eraclito prima di Cristo “ tutto scorre”. Ma intanto sta scorrendo tanta, tanta acqua con tanta distruzione di città e paesi per colpa di chi? Non certo della natura che si ribella al sopruso dell’uomo che se ne frega di rispettare fiumi, torrenti e valli amati solo per gite fuori porta e poi chi si è visto si è visto.
Metto in evidenza la manifestazione di fine Settembre di folklore nazionale per salutare l’estate. Non avrò tanti aggettivi per lodarla perché comunque sarebbero pochi per la gioia che mi ha trasmesso, per l’eleganza delle movenze più popolane, per i colori dei costumi, per i canti ma soprattutto per il coinvolgimento del pubblico trasportato dall’energia e allegria.
A tutto questo faceva da sfondo il mare, che anche se non era visibile perché dietro il palco, diffondeva il suo profumo alimentato da una leggera brezza.
APPELLO AI LETTORI...
Silvi 15 é l’unico giornale locale, libero e non condizionato da alcuno, che “resiste”, nonostante le tante difficoltà che abbiamo incontrato nel nostro lungo cammino. Fondato alla fine del 1969, ha cercato di mantenersi in vita, con uscite saltuarie protrattesi fino agli anni ’90. Ha ripreso la regolare pubblicazione nel marzo 2006 e da allora non ha mai perso un colpo. Nel frattempo nella nostra città sono passate, come meteore, diverse testate giornalistiche che da tempo, ormai, hanno appeso al chiodo penna, inchiostro e calamaio per motivi diversi. Siamo rimasti solo noi a tenere viva la “voce” dei silvaroli.