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L angoloNon posso tacere su un avvenimento conosciuto da tutti di qualche tempo fa: la grande mareggiata che ha procurato parecchi danni alle spiagge ed agli stabilimenti. Allora, ora, non voglio ripetermi al costo di sembrare noiosa, però lo devo fare, lo devo fare. La colpa è dell’uomo, non della natura, non del mare. I famosi scogli, di cui si parla da anni, perché non sono stati messi? Mah! Forse non avrebbero ovviato a questi disastri ma comunque avrebbero protetto un po’ gli argini. Ora che succede? Altri soldi, altri grattacapi per i gestori degli stabilimenti, altre attese di vacanze alternative, insomma altri punti interrogativi. Io non so che altro aggiungere e che pensare o meglio lo so ma è molto meglio che non lo dico, non per omertà, perché non sono una persona omertosa, ma perché ritengo inutile. Lo tengo per me e aspetto che si verifichi quello che penso.
Poi avrò ragione. Io, purtroppo per chi mi legge, ho una formazione filosofico-psicologica pedagogica che mi fa intuire le cose e leggere negli sguardi e nell’animo della gente. Ma non purtroppo per me perché questa lungimiranza mi aiuta ad auto-difendermi ed a fiutare gli ostacoli come un segugio. Però, ci tengo ad aggiungere, senza soffocare la mia naturalezza che mi ha sempre distinta: è scattata la denuncia di calamità naturale, va bene e poi? Tutto si risolverà, ma per quanto tempo? E poi? Ora che scrivo, l’Italia è attenta al Festival di Sanremo. Cantava tempo fa Edoardo Bennato “Sono solo canzonette”, non è così. Anche le canzoni possono annunciare o denunciare in maniera bonaria fatti, eventi naturali in loro difesa. Vedi per esempio “Mare d’inverno” di Enrico Ruggieri, “Mare, mare mare” di Loredana Bertè ed altri brani che non mi sovvengono ma che quando si ascoltano, per un attimo, colgono nel segno come un dardo, poi, finito il pathos, si torna alla realtà. Allora non solo canzonette. È necessario sempre valutare i pro e i contro delle azioni, dei progetti, delle cose, ma non è facile e non è opportuno cercare di comprendere il significato estrinseco dei messaggi. Che c’entra questo? Si domanderà chi legge. C’entra. Per esempio citiamo il critico d’arte di Vittorio Sgarbi. Ebbene questo fa il personaggio iroso, ma altro che essere molto preparato, è una vita che fa il moralista riguardo sollecitazioni ed ammirare il bello non solo attraverso le opere d’arte ma anche a livello naturale, anche a costo di essere considerato “fuori dal coro” come dice Mario Giordano che ho già menzionato negli articoli precedenti. Insomma, come al solito, questi sono i miei pensieri “sovversivi” oggi, epoca di tatuaggi, cellulari, internet, droga e violenze. Viva quei ministri che vogliono mettere ordine nella scuola riportando lo studio dell’educazione civica, molto desueta prima d’ora. E proteggere la natura rientra a pieno titolo in questa materia.

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