Politica sui cookie per Silvi15
Questa è la Cookie Policy per Silvi15, accessibile da www.silvi15.it

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.

Cerca su Silvi15


 

Visita il sito della

Corale "P.G. Lerario"

lerario banner

 

 


 

 

Per le vie del Borgo

Libro-borgo

Guarda il video 

di presentazione

CLICCA QUI

Era situata tra Silvi e Pineto

UNA PENISOLA SCOMPARSA

Nel 1627 uno terremoto cancellò il nostro territorio

Il più grande storico dell’Abruzzo, Anton Ludovico Antinori, nato a L’Aquila (26 agosto 1704) ed ivi deceduto (1° marzo 1778), ci ha lasciato una serie di manoscritti (“Annali degli Abruzzi” e “Corografia storica degli Abruzzi”) e i volumi delle “Memorie istoriche delle tre provincie degli Abbruzzi” (è stampato così, con un paio di “b”).  Vi registrò anche i terremoti che funestarono la Regione, compresi quelli del ‘600. Dal momento che furono particolarmente disastrosi, li abbiamo ricordati nel nostro libro “I terremoti in Abruzzo: cronaca, storia, arte, leggenda” (editore Tinari, Villamagna, 2011). Il 30 luglio 1627 ce ne fu uno che causò 17.000 morti e fece scomparire la penisola fra “Montignano”, l’attuale Mutignano, e il Castello di Silvi. Ovviamente il riferimento è a quella che oggi si chiama “Silvi Alta”, non a Silvi Marina, che allora non esisteva. La data esatta è il 30, non il 20, e la penisola è documentata anche nelle carte geografiche dei secoli scorsi, su cui si legge “Punta di Ziran”, lo stesso che “Cerrano”, la qual cosa permette di localizzarne con esattezza la posizione. Era sicuramente abitata, dal momento che nelle fonti si parla di case ed animali che sprofondarono in mare.  Possiamo ipotizzare che costituisse la base d’appoggio del porto romano, riutilizzato nei secoli successivi, e di cui i resti si sono conservati, com’è noto; nei decenni scorsi furono oggetto di studio. I molti documenti medioevali e rinascimentali con il porto, che più volte venne distrutto per motivi politici, sono stati pubblicati tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 dagli storici abruzzesi Vincenzo Bindi e Luigi Sorricchio; vi è l’espressione “Penna di Cerrano”

Aleardo Rubini

Copyright © 2024 www.silvi15.it. All Right Reserve.
Partner of Joomla Perfect Templates