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I guai di Silvi vengono da lontano…

Accolgo volentieri l’invito del direttore di Silvi 15 a partecipare al confronto sul futuro della nostra città in vista delle imminenti elezioni comunali, ma non senza aver prima espresso alcune garbate riserve sulle sue affermazioni riguardo alla candidatura a Sindaco dell’ing. Michele Cassone (finora l’unica ufficializzata). Innanzi tutto non credo che la sua rappresenti una specie di candidatura premeditata ad orologeria, ma anche se lo fosse non ci troverei alcunché di illegittimo, inopportuno o sconveniente. Ancor più debole mi appare l’argomento della presunta incompatibilità tra la sua figura tradizionale di ambientalista di lungo corso e l’importante carica amministrativa per la quale egli si propone democraticamente di fronte agli elettori. A mio avviso i guai di Silvi non derivano né dalla buona o cattiva politica né tantomeno dalla cosiddetta anti-politica, bensì da uno strano e deforme ibrido tipicamente locale che coinvolge a diverso titolo tutti gli elementi della società, siano essi elettori, candidati o dirigenti di partito. Il discorso è lungo, mi limiterò quindi ad alcune brevi considerazioni di carattere metodologico. Gli elettori di Silvi sono abituati da sempre a votare il parente, l’amico o, nel migliore dei casi, l’esponente più vicino alle proprie idee politiche, senza tener minimamente conto delle sue capacità o della sua volontà di impegnarsi in senso positivo al servizio del bene comune, con la speranza non troppo recondita di ottenere prima o poi favoritismi di ogni genere, a cominciare da quelli più facili e redditizi che nascono sotto il segno del re mattone. Che cosa dovrebbe fare un candidato serio in una situazione di questo tipo? Dovrebbe dichiarare in anticipo pochi e chiari punti programmatici sui quali lavorare nel primo anno di attività, possibilmente prevedendo le relative coperture finanziarie. Ma un tale atteggiamento sarebbe ostacolato in ogni modo dietro le quinte dai sempiterni dirigenti di partito, secondo i quali prendere impegni precisi significa inevitabilmente scontentare qualcuno e quindi rinunciare al voto prezioso di coloro che coltivano in modo più o meno legittimo interessi diametralmente opposti. Meglio perciò mantenersi sul vago e dedicarsi alla stesura di programmi chimerici e chilometrici che mai nessuno leggerà. Date tali premesse non sorprende il risultato che è sotto gli occhi di tutti: il convento è povero mentre i frati si arricchiscono! Perché, nonostante tutto, Silvi è una città ricca: il numero delle abitazioni è superiore a quello degli abitanti, gli affitti dei locali commerciali sono alle stelle, gli stabilimenti balneari continuano a passare di mano a costi milionari. E chissenefrega se le strade sono ridotte a un colabrodo, se le sue bellezze naturali sono dimenticate nel più completo degrado, se ad ogni passo c’è il rischio di vedersi scoppiare un tombino fognario sotto i piedi e così via...  Per concludere mi si permetta una telegrafica notazione di carattere per così dire personale: al momento in cui scrivo non so ancora se sarà della partita anche il movimento 4 zampe, da me promosso insieme ad altri animalisti di tutta Italia però, se ciò dovesse succedere, il cittadino saprebbe perfettamente per che cosa vota, piaccia o non piaccia: rilancio del turismo attraverso l’accoglienza animale, sterilizzazione gratuita per le femmine a rischio gravidanza, esenzione dalla Tares per chi adotta un cane randagio, introduzione nelle scuole di corsi di educazione alla convivenza inter-specifica. Se poi non tutti hanno a cuore la sorte dei nostri piccoli amici, allora pazienza… in fin dei conti la democrazia è anche questa!  

Roberto Costantini

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