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Lettera di P. Antonio Iosue ai parrocchiani dell’Assunta

«Il Signore vi dia pace». Noi frati ci permettiamo di entrare nelle vostre case con il saluto abituale di S. Francesco di Assisi. Sono trascorsi parecchi giorni dall’ultima celebrazione eucaristica comunitaria e abbiamo un grande desiderio di farvi sentire la nostra vicinanza. In questo periodo di isolamento - a causa del “corona virus” - non ci è stato possibile di vederci fisicamente, ma sono convinto che la fede e la preghiera continuino ad unirci profondamente in Cristo. Le poche volte che siamo dovuti uscire per le nostre esigenze comunitarie abbiamo toccato con mano la “desolazione” che regna nella nostra ridente cittadina.

Per ora, però, così deve essere: dobbiamo restare a casa finché non ne verremo fuori da questa drammatica esperienza! Noi frati stiamo bene. Ogni giorno, nella celebrazione della messa e nella preghiera, ci ricordiamo di voi... e siamo certi che anche voi vi ricordate di noi. Restiamo uniti perché nella prova il Signore ci è più vicino di quanto possiamo desiderare. Trasformiamola in un’opportunità per pregare insieme in famiglia: prima dei pasti, con il rosario... La domenica partecipiamo, attraverso la radio o la televisione, alla messa con cuore aperto alla Parola e accogliendo Gesù nel nostro spirito. Vi invito a pregare per i malati e i più fragili della nostra comunità, per gli anziani, per quanti vivono nella paura e nella precarietà, per i nostri ragazzi e i nostri giovani, per le famiglie... Una preghiera particolare per gli amministratori della cosa pubblica e per quanti con loro collaborano, con generoso impegno, a rendere il meno disagiata possibile la nostra vita sociale ed economica. L’unica attività ancora operante è la Caritas inter parrocchiale: in collaborazione con la Protezione Civile, distribuisce ancora i pacchi di cibo per i nostri poveri: di loro non possiamo assolutamente dimenticarci! Che dirvi: ci mancate tanto! Così è scritto nel libro del Qoelet: «C’è un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci» (Qo 3,5). Soffriamo questa distanza dei corpi - ma non certo dei cuori - pieni di speranza. Aggiungiamo in fondo a questa lettera un utile stralcio della lettera che il vescovo di Brescia ha scritto ai fedeli della sua diocesi, sul sacramento della confessione. Uniti nella fede e nella carità del Cristo! «A tutti vorrei poi ricordare che in momenti di particolare gravità, quando non vi sono le condizioni per accostarsi al Sacramento della Penitenza nella forma consueta della confessione personale, la Chiesa prevede la possibilità di ricevere il perdono del Signore nella forma del Votum Sacramenti, cioè esprimendo il desiderio di ricevere il Sacramento della Riconciliazione e proponendosi di celebrarlo successivamente. Pertanto la forma ordinaria della confessione individuale in questo tempo di emergenza viene sostituita per tutti da quella del Votum Sacramenti. Tutti abbiamo bisogno del perdono del Signore. Domandiamolo dunque con fede, con un atto di sincera contrizione, esprimendo questo desiderio del perdono attraverso una supplica confidente, o con una formula di preghiera liturgica o tradizionale (Atto di dolore) e compiendo, se possibile, un gesto penitenziale (digiuno, veglia di preghiera o elemosina)”.

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