L’inverno, quello vero, tarda ad arrivare. Tanto meglio, così la bolletta del gas, almeno in questa circostanza, sarà leggera. E di questi tempi non è cosa di poco conto. Arrivano, invece, le notizie dal fronte della maggioranza, dagli attivisti del M5S e dal Circolo SEL. All’appello manca solo la minoranza. Ma sono certo che si tratta di pura casualità, non credo di negligenza o di assenza di idee, di critiche e di proposte. Comunque, le aspettiamo per Natale insieme al panettone e al torrone, con lo stesso piacere. A proposito, che Natale ci aspettiamo? E’ difficile fare previsioni, persino nelle nostre famiglie, figuriamoci nella città. Di una cosa siamo consapevoli: c’è aria di “attesa”. Non solo della Notte Santa ma di qualcosa che riporti un po’ d’azzurro nei nostri cieli. Le brutte vicende internazionali, le guerre, gli attentati, le crisi economiche a livello mondiale… Non ci aiutano, certo, a risollevarci dal senso di scoraggiamento che accompagna le nostre giornate. Ma la storia e l’esperienza della vita vissuta ci possono insegnare ad entrare nel futuro con atteggiamento, soprattutto mentale, positivo… Chi sa quante lotte, quanti momenti bui, quante sofferenze, quanti guai, quanti ostacoli abbiamo dovuto superare nella nostra vita… Eppure siamo ancora qui liberi di pensare e di fare scelte, almeno quelle alla nostra portata. Papa Francesco l’8 dicembre aprirà il Giubileo nel segno della misericordia e del perdono di Dio... C’è una parola magica, dal significato forte e rassicurante che è capace di darci la forza per andare avanti e andarci senza paura: la speranza! Ma non la speranza che porta a morire disperato, come dice uno dei pochi proverbi sbagliati. La speranza a cui alludo è quella forza interiore che ci deriva dal nostro essere “intelligenti” e, perciò, potenzialmente capaci di modificare gli eventi negativi della nostra vita in opportunità di crescita. Ma la speranza senza un aggancio a qualcosa o a qualcuno di cui possiamo fidarci ciecamente e che rappresenta la nostra ciambella di salvataggio non ha troppe chanches di successo. L’uomo questo aggancio ce l’ha. Basta saperlo riconoscere e riconoscergli il potere di trasformarci da tristi a gioiosi, da poveri dentro a ricchi di cuore, da esseri insignificanti e deboli a persone che sanno dare un senso alla loro vita. Sapete, ovviamente, a chi mi riferisco e che per ottenere in dono da Lui questa trasformazione basta un semplice gesto, umile ma di immenso valore: un atto di fede. Con il Suo aiuto persino i politici potrebbero imparare ad essere tutti onesti e seriamente impegnati a lavorare per il bene comune. Magari senza bende e senza tappi alle orecchie, senza farsi condizionare dai pregiudizi pseudo politici o personali, ma puntando esclusivamente al raggiungimento di obiettivi importanti per la città, la nazione, per tutti i cittadini. Ma ci vuole umiltà, caratteristica che è alla base della fede, della speranza e, perfino, della buona politica…