Nel corso della seduta del Consiglio comunale dello scorso 25 giugno è stata “malamente” discussa la proposta di Statuto della Consulta dei Comitati di Quartiere, protocollata dal Partito Democratico di Silvi. L’atto veniva elaborato al fine di istituire un innovativo organismo di Democrazia Partecipativa atto a promuovere, nell’interesse pubblico, una più ampia, inclusiva e attiva partecipazione dei cittadini alla gestione virtuosa e condivisa della cosa pubblica. Difatti, con l’ausilio di tale organismo, l’azione amministrativa avrebbe senz’altro guadagnato in termini di efficacia, soprattutto ora che per gestire l’attuale fase di emergenza (non più circoscritta alla sola questione sanitaria da Covid-19), la stessa amministrazione è chiamata al confronto costante e continuativo con tutti i portatori d’interesse. Tuttavia, nel corso della suddetta riunione dell’assise civica, la proposta è stata rapidamente accantonata da alcuni consiglieri comunali i quali, improvvisando argomentazioni che denotano la mancanza di una specifica ed adeguata conoscenza degli atti, hanno definito la bozza di Statuto come un doppione del vigente “Regolamento per i rapporti fra amministrazione e comitati di quartiere”. Ebbene, duole constatare che in seno al Consiglio comunale, spesso si fatica a distinguere un Regolamento da uno Statuto. Inoltre, l’occasione è propizia anche per rispedire al mittente la critica mossa al Partito Democratico circa la mancata condivisione del detto progetto con i Comitati di quartiere presenti sul territorio. Appare, difatti, fin troppo increscioso dover spiegare a chi muove tali accuse che l’eventuale coinvolgimento di organizzazioni apartitiche e apolitiche nella stesura di quella che rimane una proposta squisitamente politica, sarebbe risultato alquanto impraticabile se non addirittura sconveniente per gli stessi comitati. Semmai, il coinvolgimento era da considerarsi necessario e, anzi, dovuto, nella successiva fase di “traduzione” della proposta politica in atto amministrativo. Il Partito Democratico di Silvi ha elaborato un dettagliato progetto protocollato in data 18 giugno 2020 e sottoposto all’attenzione di tutti i consiglieri comunali, affinché gli stessi potessero apportare il loro fattivo contributo. Chi invece era chiamato a compiere i passi successivi, ovvero quelli riconducibili appunto alla discussione, alla condivisione e alla stesura definitiva dell’atto amministrativo, hanno invece preferito farne una questione politica facendo perdere a Silvi un’altra buona occasione per dotarsi di un importante strumento di Democrazia Partecipativa che, nel medio e lungo termine, avrebbe di certo aiutato la politica silvarola e la città a fare un salto di qualità all’insegna della democrazia e della partecipazione.