Il dialogo, la critica (quella motivata), il confronto e le proposte concrete sono il pane della democrazia. Democrazia, infatti, è sinonimo di “partecipazione” al governo della città o della nazione, nei diversi ruoli, di tutti i componenti della società, non solo dei partiti o dei “movimenti”. Gli strumenti, però per favorire una siffatta partecipazione non sono tanti né sufficienti. Lodevole, a tal proposito, l’iniziativa di creare una sorta di Consiglio di quartiere alla Piomba da parte di un gruppo di abitanti della zona. Sappiamo, però, che l’Italia – e Silvi non fa eccezione – è il Paese degli allenatori della Nazionale di calcio, dei grandi intenditori, dei tecnici di ogni specie, dei critici, dei giornalisti ecc… Quindi occhio a non farsi trasportare dalla voglia di strafare e, soprattutto, di “stradire”. Est modus in rebus. C’è un “limite” a tutto e a tutti di cui dovremmo renderci conto quando entriamo nelle tante kermesse che proliferano – ed è un bene – sui social Network. In questi giorni si discute a iosa della pista ciclabile e quasi tutti i frequentatori di Face Book intervengono su questo argomento, interessante, ma non certo di vitale importanza per una città non proprio “perfetta” come Silvi. Come al solito, soprattutto per divergenze di carattere politico, ci sono quelli favorevolissimi e quelli, se non contrari, che ritengono perentoriamente che quella che si sta cercando di realizzare a Silvi non sia una pista ciclabile ma qualcos’altro di non ben definito. Premesso che, come al solito, arriviamo vent’anni dopo le altre Nazioni d’Europa (come per le rotonde al posto dei semafori), nessuno può dire che la pista ciclabile è “inutile, costosa e inopportuna per la viabilità di Silvi”. Si tratta, indubbiamente, di un’opera capace di rendere più vivibile e godibile la vita della città. Chi può negare quali e quante siano le difficoltà che si incontrano per garantire un tracciato “ideale” alla costruenda pista ciclabile? Conosciamo bene tutti le vicende che negli ultimi 60 anni hanno portato, praticamente, a privatizzare un’ampia fascia della spiaggia retrostante alle costruzioni, alberghi in particolare, sicché quella che sarebbe stato il tracciato ideale, come lo sono quelli di Roseto, Giulianova, Tortoreto, Alba Adriatica ecc…, a Silvi è impensabile. A meno che… Ma sapete benissimo che gli interessi in campo (non esclusi quelli politici) sono tali e tanti che ci costringeranno a vedere realizzata, almeno in alcuni punti, una pista ciclabile/gimcana. Nonostante tutto, va lodato l’impegno di chi si sta dedicando con determinazione e passione per dotare Silvi di una pista ciclabile, opera che fa solo bene a tutti noi cittadini di Silvi e al turismo. (fc)