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periscopioConsiglio Comunale del 13-06-2013. Il Consigliere Monica Di Marco torna con una interrogazione sullo stato del Centro Lavorativo per Disabili di Piane Maglierici, motivata da un articolo uscito su questo Giornale e inerente all’inquietante comportamento delle Ditte che vincono a Silvi appalti per opere pubbliche. A richiesta di ulteriori chiarimenti, il Sindaco risponde nervosamente ed infelicemente: “Confermo quello che ho già detto nei Consigli precedenti”. Oltre ad essere poco corretto nei modi, la risposta di Gaetano Vallescura  rimanda ad almeno altre tre risposte ufficiali (due sue ed una del Vicesindaco) completamente ed incredibilmente diverse tra loro, cioè ad una palese non risposta, che getta ulteriore inquietudine in una vicenda ancora da chiarire. Tiene, il Sindaco, ad aggiungere e a ribadire indispettito che non legge i Giornalini locali senza menzionarne le ragioni, ma che noi qui ci permettiamo di supporre essendo egli (probabilmente senza saperlo) un rappresentante del popolo che ha il dovere etico di leggere ciò che i suoi Cittadini scrivono e gli indirizzano. Quindi i motivi possono essere più di uno: il primo per ignoranza, che sarebbe avallato dai numerosi errori grammaticali del suo lessico e dal suo dialetto italianizzato; il secondo motivo potrebbe essere di ordine psicologico applicando il famoso “rimosso Freudiano”, ovvero escludere a priori degli argomenti perché… non convenienti o terribilmente angoscianti per i suoi contenuti; un terzo motivo potrebbe trovare giustificazione nel poco apprezzamento di chi scrive, senza immaginare però che essere disprezzati da un politicante del genere é un onore; quarto motivo e sarebbe il più grave, evitare di considerare ogni fonte informativa che racconta la verità, solo la verità e nient’altro che la verità, dal momento che i nostri articoli affrontano con coraggio argomenti anche scottanti e sulla bocca di tutti i Cittadini benpensanti, a prescindere dalla politica (la riprova sarebbe che mai nessun politicante attaccato ha tenuto a difendersi esigendo per legge la replica, affidando all’assordante silenzio il suo consenso!). Altri motivi ancora potrebbero esserci, se consideriamo la cultura generale di certa gente e per cultura non intendiamo ovviamente il mero titolo di studio o solo il parlare corretto, ma un’impronta personale ed etica nell’interpretazione della propria vita intellettuale contornata di umiltà e comprensione letteraria dell’umana attività, avulsa, distante anni luce da un’arroganza che porta a gridare, anzi a starnazzare alla stregua di un capopopolo fuori dai tempi, dai connotati ridicoli ed altamente distruttivi sul piano sociale e individuale.