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periscopioL'agnello sacrificale, anzi bello e sacrificato. Tale, si è ritenuto l'assessore Valloscura Fabrizio nel recente convegno sulla storia del Villaggio del Fanciullo, raccontata da Lega Ambiente. Agnello sacrificale di una Amministrazione alla quale non è rimasto che fuggire dagli incontri pubblici, pur di non subire la rabbia popolare fattasi satura, esplosiva verso la generalità di politicanti ignoranti e presuntuosi che strumentalizzano, sfacciatamente ormai, posti di potere e di servizio per i propri comodi elettorali e beni personali. “...adesso capisco, perchè nessun altro dei miei colleghi dell'Amministrazione Comunale è qui presente...”, ha tenuto a lamentare l'assessore Valloscura durante l'interessante dibattito da cui ne è uscito con le ossa rotte dalla contestazione generale dei Cittadini presenti, dal momento che ha provato a difendere goffamente l'operato della Giunta che fa capo al sindaco Vallescura Gaetano. Forse nemmeno lui si è reso conto di quanto sia grave la sua esclamazione liberatoria, che la dice lunga sulla tipologia di politicanti che ci ritroviamo in un'Amministrazione Comunale che ristagna nella sua incapacità di fare qualunque cosa, persino di difendere la propria dignità culturale e personale. Per Valloscura, pertanto, i furbi sono i suoi amici di cordata che evitano di incontrare la Cittadinanza...e pensare che aspirerebbe alla candidatura a Sindaco alle prossime elezioni! Solo una presunzione e un'arroganza fuori da ogni logica dettata dal buon senso, potrebbe portarlo a convincersi e a vedersi Primo Cittadino, dopo aver governato con simili politicanti che hanno ridotto Silvi in ginocchio sul piano dei servizi, dei lavori pubblici, delle tasse mai state così esose, di una moralità molto discutibile, che ci ha fatto ricordare vergognosamente un Sindaco che si lancia con il paracadute per dimettersi e per rimettersi subito in carica, rimpastando continuamente la sua Giunta con la sola conclusione di scegliere operativamente i peggiori, i meno desiderati dal sacro consenso popolare. Tutto questo, non è figlio solo della mia penna, ma della storia, di un commento generale che imperversa per Silvi con sconcerto sempre più pregnante ed allarmante, che molto lascia presagire sulla fine disonorevole di certi politicanti indegni di rappresentare il Paese, o perchè l'hanno disastrato o perchè non l'hanno mai amato. L'amarezza di chi scrive, è nel mancato coraggio popolare di parlare ad alta voce, con la dignità del cittadino che guarda lontano e affidando anche un minimo di rischio personale alla causa di un Paese che ha ricevuto con orgoglio dai propri genitori e che rischia di lasciare con vergogna ai propri figli.