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periscopioInvece no, sembra una estate balneare come sempre. Abbandonati i guanti rimangono le mascherine, ma anche queste ormai sembrano diminuire a vista d’occhio e appare sempre più improbabile il loro uso con l’inevitabile caldo torrido che ci aspetta. Bar e ristoranti di Silvi vanno riempiendosi e le distanze imposte e predisposte sono evidenti, ma la sensazione è di una tolleranza assoluta tra gestori, clienti e Forze dell’Ordine. Le spiagge altrettanto e c’è da scommettere che piano piano del Covid si eviterà anche di trattare, almeno nella pausa estiva. Si parla di un colpo di coda del virus in autunno, ma questo malaugurato futuro incerto viene rimosso per il momento di festa estiva che presenzia sempre più, aiutata da una Natura immancabilmente generosa che riempie di verde ogni angolo del nostro ambiente, di azzurro ogni nostro sguardo, di rosa ogni tramonto e alba. Insomma, la voglia di normalità dilaga e i dati di infezione in continuo calo spingono all’ottimismo ormai sfrenato, almeno all’aperto. In queste mattinate che solo giugno sa allungare all’infinito si torna a gustare la vita nei caffè, dai quali il nostro viale appare come una pellicola che ci mostra amici, conoscenti e sempre più figure insolite, nuove. Eppure, problemi e pensieri opprimenti non mancano, soprattutto tra i lavoratori ancora in attesa di Cassa Integrazione, tra i gestori di attività commerciali che hanno consumato velocemente il Bonus solo per sanificare i negozi, tra i Cittadini che sono rimasti traumatizzati da questa esperienza terrificante e che stentano a ricomporre il proprio spirito che li adatta ad un nuovo giorno. Riguardo al Covid sono stato sempre dalla parte dell’ottimismo, ma ancora mi sfuggiva la portata di quanto siamo stati devastati psicologicamente…Mi è capitato in un locale di rivedere un caro amico: spontaneamente e distrattamente ci siamo dati la mano. Subito ci siamo accorti di quanto quel fraterno gesto ci avesse… contaminato! Ci siamo sentiti sporchi, con la mano destra infestata da milioni di virus. Abbiamo superato l’ipocrisia del silenzio, parlandone e cercando un liquido disinfettante all’ingresso. Il ritorno sarà molto più lungo e sofferto dell’andata, la malattia ha fatto il suo passo nell’anima. Si riparte così, con una gamba protesa in avanti e l’altra che pesa dietro, con un’aria di speranza e un’altra di angoscia, ma si riparte. Avremo meno gente degli altri anni? Probabile e con questo meno inquinamento, più spazio vitale. Insomma dobbiamo cercare il positivo in ogni meandro che la vita può nasconderci, l’alternativa sono il panico e l’isteria che sicuramente farebbero rovesciare il bicchiere mezzo pieno di speranza concreta. Questo il preventivo, il consuntivo ad ottobre, anzi a novembre dal momento che qualcuno ha stabilito bizzarramente che la stagione balneare finisce il 31 di quel mese, omettendone… l’inizio. (pdf)

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