Insomma, sembra che a Silvi come in tutta Italia non si osservino le regole anticovid. La voglia di vivere una vita normale dei Cittadini vince la paura, esplode per adesso sul nostro viale e probabilmente tra poco sulla spiaggia. A farne le spese maggiori è la discutibilissima mascherina non solo poco utilizzata dai nostri giovani, ma anche umiliata, infilata al polso, al gomito, alla gamba…insomma, relegata in posti remoti dalla bocca come feticcio da scardinarne virtù e concezione. Altro che rispetto del severo protocollo di utilizzo e la moltitudine degli attori è tale che rende vano l’intervento delle Forze dell’Ordine.

Sull’altro fronte, è la schiera di chi ha sposato la mascherina più come simbolo di protezione che di effettiva efficacia, dal momento che molti di questi si illudono di proteggersi con una “chirurgica”, magari messa e rimessa chissà quante volte ma sempre buona per…salvare la faccia, davanti alla Legge e soprattutto alla solita morale provinciale che non sa fare a meno del “rispetto” per la consuetudine, sebbene acquisita quest’ultima su fondamenti scientifici discutibili e molto contrastanti. Questi naturalmente gridano allo scandalo e si scagliano soprattutto verso gli incorreggibili giovani, che invece interpretano loro stessi come sempre quando hanno a che fare con una norma repressiva e soprattutto per nulla convincente. Verità, è che i nostri giovani sono molto più svegli e informati di quello che si crede. Come al solito, registrano l’ipocrisia sociale attorno ad un fenomeno in cui l’adulto medio rifiuta spesso il ragionamento e non da peso alla sua ignoranza quasi religiosa, anzi spesso associandole un atteggiamento fideistico acquisito in maniera passiva. Se lo chiedessimo in giro, chi e quanti saprebbero rispondere sulla differenza tra la mascherina della gamma FFP e una “chirurgica” e soprattutto sulle loro funzioni? Ma ci accorgeremmo soprattutto dell’atteggiamento fuorviante dell’interrogato, quasi infastidito e preso dall’ansia di allontanarsi da un sapere che potrebbe mettere in crisi ciò che si è imposto dalla rassegnazione e non scelto da una sana razionalità. Ora non ci rimane che fare un ragionamento: dal momento che molti sono tornati troppo presto alla “normalità” dovremo assistere tra alcune settimane a una ecatombe, cioè ad una crisi Covid peggiore di quella di marzo-aprile. Viceversa, se nulla succederà in merito, sarà la dimostrazione che nella “prima fase” potevamo benissimo fare a meno di recluderci in casa, di bloccare una economia dai risultati disastranti. Un semplice ragionamento, eppure...difficile per gli adulti scandalizzati, facile per i giovani criticati, ma sgombriamo subito il campo da una possibile ammissione di errore se non ci sarà nessuna ulteriore virulenza del fenomeno… Constateremo. (pdf)