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periscopioSe è vero, che i tempi della politica sono il più delle volte biblici quando deve realizzare opere pubbliche, a Silvi si va oltre fino a sconfinare nel nulla di fatto o in quel limbo in cui opere iniziate o addirittura terminate rimangono le classiche cattedrali nel deserto, rimpallate tra le varie amministrazioni come una vera e propria rogna o quanto meno gatta da pelare. Due clamorosi esempi di questi giorni che sconforterebbero gli ottimisti più incorreggibili: il Centro Lavorativo per Disabili in Pianacce e l’utilizzo ipotizzato dell’ormai famoso Binario Morto della nostra Stazione Ferroviaria. Ricordiamo che quest’ultimo avrebbe portato al centro di Silvi più di mezzo chilometro di strada a latere della ferrovia da utilizzare eventualmente come parcheggi, strada, pista ciclabile...

Un’autentica boccata d’ossigeno per un centro che sta collassando su se stesso, compresso a tal punto che allo stato attuale rende quasi irrealizzabile la pista ciclabile con il rischio di una clamorosa interruzione a livello di costa adriatica! Tre anni fa la Giunta Comignani si fece carico di interesse in merito, pure pressato dalla Cittadinanza entusiasta, certa di una soluzione sensazionale e irrinunciabile. Seppure con lentezza, si mossero le prime carte e i primi politici di più alto rango. In tre anni solo voci altalenanti, rallentate anch’esse con l’avvento del Commissario. La nuova Amministrazione Scordella sembra prendere di petto l’occasione, ma... è sembrato soltanto: proprio nell’ultimo Consiglio ha gettato la spugna, confessando la propria impotenza di fronte ad una RFI che ha deciso di utilizzare in proprio il binario, risuscitandolo come di riserva per l’alta velocità. Morto e sepolto il binario quindi, nello stesso Consiglio si appura anche che il Centro Lavorativo per Disabili viene utilizzato come archivio di documenti comunali, specificando il termine “provvisorio”, ma tradendo di fatto la destinazione completa e primaria a cui tendevano i fondi economici europei concessi (nel 2004!). Anche questo provvedimento è apparso come una resa di fronte ad un problema scandaloso che va avanti da 15 anni. Tra un appalto fallimentare e l’altro infatti si è arrivati ad una costruzione pare non a norma e che chiede per questo un altro fiume di denaro, che il Comune non ha, ma che anche l’avesse nessuno ormai è più disposto a credere ad un giorno in cui possa ospitare disabili motivati da un lavoro possibile. Disabile e non diversamente abile rimane sicuramente la politica nella sua generalità, ormai ridotta all’impotenza da un modo di procedere fallimentare che viene sì da lontano, ma che pare non lasci scampo a speranze vicine. (pdf)