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…“Brilla nell’aria e pe’ li campi esulta…”. E già, l’inverno ha passato il testimone alla primavera. Ma questo inverno non lo dimenticheremo tanto facilmente: la tremenda valanga di Rigopiano; le disastrose frane che hanno creato problemi a paesi, strade e case; le migliaia di abruzzesi, della nostra provincia in particolare, che hanno subito il doppio danno, quello del terremoto e quello delle istituzioni che li hanno prima illusi con grandi promesse e poi delusi non facendo seguire i necessari provvedimenti per rendere di nuovo agibili edifici pubblici, infrastrutture, case e aziende…
Anche se il freddo continua a pungere, ormai per la primavera è solo questione di giorni. Nelle campagne già si vedono, nonostante la recente nevicata, i primi alberi di frutta in fiore. Trenta giorni all’alba non sono tanti, anche in considerazione del fatto che in questi giorni ci sarà movimento per le acque, finora apparentemente chete, che si stanno smuovendo.
Per l’Abruzzo e le province di Teramo e Pescara in particolare, il nuovo anno è iniziato in maniera drammatica: forti scosse di terremoto, imponenti nevicate, la slavina che ha travolto l’hotel Rigopiano provocando vittime e lutti, tanti i paesi e le contrade isolate per lunghissimi giorni a causa della neve, innumerevoli famiglie senza luce, senza riscaldamento e con l’impossibilità di muoversi.
Ancora poco meno di due settimane e anche il 2016 avrà concluso il suo turno nella storia dell’uomo. Quando qualcosa o qualcuno “passa” e non tornerà più lascia sensazioni belle e brutte, ricordi, nostalgie e rimpianti. Quante cose potevamo fare che non abbiamo fatto? Quante cose che potevamo evitare di fare (o di dire…)? Sono le ricorrenti domande che l’uomo da sempre si pone ogni volta che si trova a marcare le date significative della sua vita.
È di questi giorni la notizia che il movimento civico “Silvi Bellissima” che fa capo a Michele Cassone, consigliere comunale di opposizione, ha chiuso la sua sede di via Garibaldi... Una notizia che, forse, è motivo di soddisfazione per alcuni appartenenti agli altri gruppi e movimenti politici che sperano di occupare gli spazi eventualmente da esso lasciati liberi. Se così fosse, dovremo ammettere che il festival della pochezza mentale, ancor prima che politica, continua nella nostra città dove, purtroppo, le bieche ragioni di convenienza partitica hanno il sopravvento sulla intelligenza, sui più elementari principi di democrazia e sulla importanza del confronto tra i diversi modi di concepire la società e la politica attiva.
Si accende la battaglia su TV e giornali che, ormai, non parlano di altro. Si tratta del referendum del 4 dicembre che da occasione, tra le pochissime rimaste nelle mani dei cittadini, di partecipazione è diventato il pretesto per dare sfogo ai loro (dei “grandi” politici) rancori personali e attribuirgli un significato politico pretestuoso che è lontano mille miglia da quello vero: esercizio della democrazia. Tant’é. Renzi dà fastidio anche ai suoi stessi compagni di partito per questo i suoi oppositori cercano una ragione per provare a mandarlo a casa. Ma non si poteva, almeno una volta, attribuire al referendum il suo giusto valore, trattandosi, peraltro, di dare l’assenso o il diniego ad un tentativo di riforma costituzionale?