Politica sui cookie per Silvi15
Questa è la Cookie Policy per Silvi15, accessibile da www.silvi15.it

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.

Cerca su Silvi15


 

Visita il sito della

Corale "P.G. Lerario"

lerario banner

 

 


 

 

Per le vie del Borgo

Libro-borgo

Guarda il video 

di presentazione

CLICCA QUI

editoriale

Siamo in estate. Un’estate diversa da tutte le altre per colpa del nemico invisibile che, però, sembra si stia stanando e sconfiggendo. Per una città come Silvi un’estate senza il solito affollamento di turisti non ha senso. Vedere nel mese di giugno chiuse gran parte delle strutture ricettive, senza sapere se e quando riapriranno, fa davvero male al cuore. “Vuolsi così colà ove si puote…”. Non possiamo che tentare di fare buon viso a cattiva sorte, almeno per ora. Gli italiani tutti, e noi silvaroli in particolare, siamo storicamente abituati allenati a questo sport. Nel corso dei secoli ne abbiamo subiti tanti di torti e di soprusi da parte di invasori, di dominatori e, più di recente, di crisi economiche.

editoriale

Siamo entrati alla Fase 2 del coronavirus. Due mesi e mezzo passati in grandissima parte tra le mura di casa con la paura del contagio che cresceva di giorno in giorno per colpa dei bollettini di guerra che venivano trasmessi no-stop dai tg di tutte reti accompagnati da macabre immagini di bare ammucchiate su camion militari senza che ci fosse nessun parente ad accompagnare migliaia di povere vittime al loro ultimo viaggio. Abbiamo assaporato un’angoscia e una tristezza che ci accompagneranno per il resto della nostra vita. Ora, però, siamo in tanti a chiederci se quelle visioni e quella esperienza sono servite davvero per farci modificare il nostro modo di vivere.

editoriale

Quanti giorni sono trascorsi da quando il coronavirus ci ha costretti a restare isolati in casa? Certamente tanti. Saranno davvero troppi se pensiamo che non sappiamo quando la nostra vita potrà riprendere il suo normale corso… Stiamo vivendo sulla nostra pelle i tanti e diversi disagi procurati da questa calamità sanitaria. La salute prima di tutto. Il disagio, poi, di chi ha avuto la sfortuna di incrociare direttamente l’invisibile nemico e di averne subito le terribili conseguenze; quello di chi ha subito traumi per la perdita di un proprio famigliare; quello che ci ha investiti tutti facendoci sentire piccoli, indifesi, paurosi.

editoriale

Avevamo pensato di non far uscire Silvi 15 in questo mese per due ragioni. La prima perché eravamo, e siamo, frastornati dalla minacciosa invadenza del Covid19 che fa passare tutto il resto, inevitabilmente, in secondo piano. La seconda ragione derivava dal pensiero delle grandi difficoltà che avremmo incontrato per consegnare le copie nelle edicole, negli esercizi pubblici e commerciali e nei luoghi particolarmente frequentati, in gran parte chiusi.

editoriale

In questi giorni stiamo sperimentando quanto sia fragile e vulnerabile l’uomo. Basta una particella di dimensioni submicroscopiche, un virus, per farci scendere dall’albero delle illusioni e della mania di grandezza e ricordarci che siamo solo delle creature deboli e incapaci di resistere persino a un semplice virus. Oggi ci stiamo rendendo conto che, nonostante le scoperte, le conquiste e le grandi risorse ci troviamo ancora come mille e più anni fa, quando un “virus” qualsiasi compariva all’improvviso e si intrometteva negli organismi umani con grande facilità soggiogando migliaia e migliaia di persone, molte delle quali non resistevano e morivano. Allora si creavano i “lazzaretti”, zone di isolamento per gli infetti.

editoriale

Neppure le fascinose e ambite telecamere della RAI sono riuscite a smuovere la nostra ormai collaudata apatia… Tutti parliamo, scriviamo sui social, critichiamo che si sta facendo poco, troppo poco per risolvere il problema del traffico diventato insostenibile… Arrivano le grandi occasioni per farlo diventare un caso nazionale con la RAI che si impegna, come mai aveva fatto finora, programmando una serie di collegamenti diretti con Uno Mattina ma, nonostante gli appelli su FB, all’appuntamento sulla SS 16 si presentano quattro gatti.

Copyright © 2024 www.silvi15.it. All Right Reserve.
Partner of Joomla Perfect Templates