Il 4 marzo è passato come un uragano, previsto, ma pur sempre uragano è stato. Il ribaltamento degli schieramenti tradizionali nello scacchiere politico ha messo in discussione il futuro politico dell’Italia e, soprattutto, quello dei partiti che nell’ultimo trentennio si sono alternati a Palazzo Chigi. Abbiamo assistito ad una campagna elettorale dove gli avversari, il più delle volte, non erano quelli di partiti o movimenti contrapposti, ma erano amici e “compagni” in disaccordo con la segreteria del partito. Chi ha vinto? A mio avviso nessuno perché gli elettori non hanno consentito con il loro voto la costituzione di un nuovo governo. Né si prospettano possibili accordi, tra le diverse forze politiche e i movimenti perché non esiste una base comune da cui partire. Sono troppe e troppo importanti le “diversità” sui temi scottanti che stanno tormentando l’Italia. Ecco perché ritengo che non si può parlare di vincitori. Se mai, c’è chi ha preso più voti e chi ne ha persi rispetto al passato. A Silvi cosa accadrà tra maggio e giugno? Ritenendo improbabile una trasposizione tout court del fenomeno nazionale alle elezioni amministrative, gli “opinionisti” che si confrontano sui social dicono anche che non è scontato che se la giocheranno i soliti due raggruppamenti di Centrosinistra e Centrodestra. E sì perché anche a Silvi, come a Roma, i partiti tradizionali sembrano inclini a fare karakiri. Sia a sinistra che a destra, infatti, le divergenze e le “incomprensioni” all’interno dei partiti e delle coalizioni ci sono e non sono né poche né facilmente superabili. A Sinistra il PD ha perso definitivamente la costola che faceva capo all’ex SEL e sta cercando di recuperare facendo leva sulla popolarità di Francesco Comignani. Nel centrodestra si sono, finora, coalizzati Lega, Movimento Idea (Quagliariello), Il Popolo della Famiglia e Uniti per Silvi, lasciando fuori il partito che storicamente prende più voti, ossia Forza Italia. Ma mentre Forza Italia i voti li ha sempre presi sia a livello nazionale che a livello locale, e sarebbe in tal senso una sorta di garanzia, la Lega si è avvicinata ai forzisti solo in occasione delle recenti politiche caratterizzate dal voto “personale” a Salvini, mentre a livello locale è ancora tutta da inventare. Gli altri movimenti Movimento Idea, Il Popolo della Famiglia e Uniti per Silvi sembrano, al momento, solo delle “promesse” (alle politiche, quelli che c’erano, hanno preso un’inezia di voti, ma a livello locale potrebbero, comunque, esprimere candidati che portano voti). Insomma un centrodestra senza F.I. (Anna Paola Mazzone) e senza il gruppo che fa capo all’ex assessore Luciana Di Marco, si dice che difficilmente passerebbe il primo turno per andare al ballottaggio. Se i 5 Stelle riusciranno a organizzarsi e a presentarsi con persone e programmi credibili tali da riuscire a “trasferire”, anche in parte, il successo straordinario delle politiche (3.550 voti!) alle comunali potrebbero ipotecare la vittoria finale. C’è ancora un po’ di tempo e tutto può succedere… Stiamo a vedere. Nel frattempo un cordialissimo Augurio di Buona Pasqua vada a tutti i nostri lettori.