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editoriale

Siamo entrati alla Fase 2 del coronavirus. Due mesi e mezzo passati in grandissima parte tra le mura di casa con la paura del contagio che cresceva di giorno in giorno per colpa dei bollettini di guerra che venivano trasmessi no-stop dai tg di tutte reti accompagnati da macabre immagini di bare ammucchiate su camion militari senza che ci fosse nessun parente ad accompagnare migliaia di povere vittime al loro ultimo viaggio. Abbiamo assaporato un’angoscia e una tristezza che ci accompagneranno per il resto della nostra vita. Ora, però, siamo in tanti a chiederci se quelle visioni e quella esperienza sono servite davvero per farci modificare il nostro modo di vivere. A sentire i tg e girando per la città sembra di no. Ancora troppa gente circola e si intrattiene senza alcuna precauzione. Niente mascherine, che tanti ritengono inutile se non dannosa (ma sarà davvero convinzione o pretesto?). Le distanze tra persone come se non fossero state raccomandate e ordinate. Gli assembramenti? Anche quelli sembrano roba inventata da medici e scienziati in vena di scherzare, a vedere tanti capannelli di giovani, e non solo, in certe ore della giornata lungo il viale, nelle piazze e nei giardini di Silvi… Ha voglia il sindaco a sgolarsi. Siamo in pochi a sentirlo. Non credere in queste circostanze così drammatiche può giustificarsi solo con una sorta di “superstizionismo” che cela il tentativo di esorcizzare un male che, pure, ha dato ampia dimostrazione di non essere fittizio o frutto di fantasie generate dalla paura. Non sembra valgano neppure gli episodi di recrudescenza dei contagi dove c’è stata una eccessiva rilassatezza al termine della fase 1. Finora a Silvi ci è andata bene. E’ vero. Ma non possiamo illuderci che tutto sia passato. Non lo dice nessuno, neppure i più “permissivi” tra i medici e gli opinionisti. Il fatto è che se dovesse succedere, ma speriamo che non accada, che si riaccenda la fiammella del contagio a pagare non saranno solo gli “sprudenti” ma anche quelli che rispettano alla lettera le raccomandazioni e le direttive del governo, della Protezione civile e dei medici. La fase 2 ha significato la fine della clausura e l’avvio verso condizioni di vita meno stressanti sotto il profilo psicologico. Ma non è un tana libera tutti. Siamo un po’ meno isolati, ma rimangono alcune piccole regole da rispettare se si vuole assistere ancora all’evolversi della triste vicenda che sta accompagnando i nostri giorni e riuscire a vedere, alla fine “l’effetto che fa”. Allora, dai, dimostriamo di avere ancora un po’ di sale nella zucca e che vogliamo assistere al crescere dei nostri figli, dei nostri amici, della nostra città, del mondo… Alla fin fine basterebbe indossare una mascherina quando si esce di casa, tenersi a distanza di un metro l’uno dall’altro, non ammucchiarsi e lavarsi le mani… Non mi pare che si stia chiedendo la luna in cambio della salute e della vita…