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editoriale

Avevamo pensato di non far uscire Silvi 15 in questo mese per due ragioni. La prima perché eravamo, e siamo, frastornati dalla minacciosa invadenza del Covid19 che fa passare tutto il resto, inevitabilmente, in secondo piano. La seconda ragione derivava dal pensiero delle grandi difficoltà che avremmo incontrato per consegnare le copie nelle edicole, negli esercizi pubblici e commerciali e nei luoghi particolarmente frequentati, in gran parte chiusi. Poi, però, riflettendoci siamo addivenuti alla determinazione che non potevamo interrompere la regolare pubblicazione del nostro giornale uscito sempre puntuale, senza mai mancare un appuntamento esattamente da 14 anni (il primo numero della nuova serie vide la luce, appunto, il marzo 2006). Non pubblicare Silvi 15, in questo momento di imprevedibile e gravissima situazione critica, ci è parso che sarebbe stato un arrendersi a questo malefico virus proprio nel momento in cui stiamo facendo tutti il massimo sforzo per sconfiggerlo. E allora eccoci presenti come sempre, anche per esorcizzare il demonio coronavirus. Avevamo auspicato la collaborazione di tanti altri lettori che é mancata, ma solo nel numero. Il nuovo contributo di Rosa Vernice, quello della storiografa Elisabetta Mancinelli, le riflessioni sulla quarantena della giovane psicologa Silvia Totaro e il…sassolino di Enzo Gentile hanno compensato la scarsa “quantità” con la buona “qualità”. Non è possibile che nella nostra città manchi gente, giovane o matura, capace di intervenire nel confronto sui problemi della città o della sua storia, sulle scelte piccole o strategiche che si fanno per costruire il futuro di Silvi, sui dibattiti politici locali e sulle apprezzabili attività che i comitati di quartiere mettono in moto… E cosa c’è di meglio di un giornale locale, libero, aperto a tutti e letto da migliaia di cittadini per entrare a far parte della schiera di coloro che vogliono mettere il loro mattone per contribuire alla costruzione di una Silvi nuova nella mente, nel cuore e nella realtà? Questa forzata quarantena potrebbe essere la buona occasione per convincerci a uscire allo scoperto, per metterci in gioco con il proposito e l’obiettivo di diventare tutti artefici di un futuro migliore per la nostra città…