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editoriale

Usciti da un inverno che definire anomalo è un eufemismo, siamo entrati nella primavera, la stagione dei fiori, della memoria della Passione e della Resurrezione di Cristo, delle rondini, delle ginestre odorose, dei primi ombrelloni aperti sulla spiaggia, della prima esperienza del reddito di cittadinanza e... delle elezioni europee, altro appuntamento elettorale, tanto per cambiare... Silvi si prepara alla nuova stagione balneare con tante aspirazioni e altrettanti timori. Fare previsioni quest’anno non è facile, stando almeno alle non numerose prenotazioni finora pervenute alle nostre strutture ricettive. Ma gli operatori contano di recuperare nei prossimi tre mesi confidando nel miglioramento delle condizioni economiche generali in Italia e nel resto d’Europa per sopperire alla scarsa e inefficace promozione turistica fatta dalla Regione nei mesi scorsi. Il turismo è parte di un mercato globale dove il successo non si ottiene per grazia ricevuta, come qualche volta è accaduto, ma attuando precise strategie e destinando alla loro attuazione risorse umane e finanziarie sufficienti. Le nozze con i fichi secchi non si possono fare. A Silvi idee, professionalità, strutture ricettive all’altezza della situazione e, soprattutto, risorse ambientali non mancano. Quel che manca è la voglia, se non la capacità, di fare squadra. Messe insieme e rese interattive le suddette potenzialità potrebbero davvero proiettare l’immagine della città e la sua offerta turistica verso obiettivi importanti e in forte concorrenza con le altre località balneari del Mediterraneo. Nel frattempo prendiamo atto dei primi buoni risultati offerti dal Comune: alcune vie, strade e piazze sono state oggetto di buoni lavori, come nel caso di piazza Nenni che, nonostante le critiche degli incontentabili, oggi offre un bel colpo d’occhio in una zona storicamente rilevante per Silvi. La pista ciclabile si sta pian piano configurando con l’ausilio di gruppi e movimenti civici e di quartiere e, certamente, sarà realizzata entro i termini fissati dalla concessione del finanziamento. Ecco, di veramente nuovo e “buono”, ci sono proprio loro i Comitati di quartiere che dovrebbero, probabilmente, essere più seguiti e imitati dai partiti tradizionali che continuano vistosamente ad annaspare nelle sabbie mobili dove da soli si sono impantanati proprio per non essersi aperti con chiarezza e coerenza ai cittadini e alle loro aspettative. La primavera è la stagione della speranza… Speriamo bene…