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editoriale

Restano tre giorni di “riflessione” e poi si andrà al voto per ridare a Silvi un sindaco e un Consiglio comunale. L’attesa è vibrante in ogni ambiente politico e nei raggruppamenti civici. Noi, che di vigilie elettorali ne abbiamo vissute parecchie, siamo del parere che mai come questa volta il risultato appare incerto. Quattro validi candidati sindaco che, per la prima volta nella nostra storia, non sono caratterizzati politicamente, anche se c’è chi si ostina a parlare di sinistra e di destra, persino a livello comunale… Sinistra e destra, per essere davvero tali, dovrebbero dimostrare di fondare i loro programmi e i loro comportamenti sulle “ideologie”… Ma le ideologie fanno parte, in maniera irrevocabile ormai, dell’archeologia politica. Questo fenomeno è un bene o un male? Non lo so. So soltanto che prima, quando si affrontavano le battaglie elettorali nelle piazze, a farci salire l’adrenalina non era l’ambizione della poltrona (o non solo quella) ma lo spirito di appartenenza ad un partito, ad una sua ideologia, nettamente contrapposta alle altre. Era proprio quella connotazione che dava un senso alla nostra vita “pubblica”. Si può dire che comunisti, democristiani, socialisti, missini, liberali, verdi, radicali, si nasceva e con il crescere diventava davvero una ragione di vita, un motivo per cui battersi senza aspettarsi prebende e medaglie. Oggi vanno di moda altri aggettivi: “populisti”, “qualunquisti” ecc… Dopo le mie consuete pause di osservazione e riflessione confesso di non essere riuscito a farmi un’idea chiara e distinta di questo fenomeno. A Silvi nel panorama dei contendenti per la conquista di Palazzo di città ci sono, indubbiamente, persone che rappresentano importanti risorse umane e culturali che fanno sperare in un futuro amministrativo promettente. Ci vorrà, forse, parecchio tempo, in considerazione del tempo perduto e delle risorse scarse a disposizione, ma la ripresa é possibile se sapremo scegliere il meglio di quelle risorse umane e professionali: cosa non facile perché da sempre ostacolata da condizionamenti dovuti a parentela, amicizia, affetto, se non a vero e proprio “dovere” di riconoscenza. Ho letto i programmi. Tutti belli e regolarmente allettanti come i “libri dei sogni” che i loro ideatori, peraltro, dicono di combattere. Ma questo non sarebbe neppure un male. Alla fine sognare non costa nulla. Il problema è che in alcuni di quei programmi non si fa cenno di “come” e “quando” diventeranno realtà. Il mio amico e collaboratore, Pino Di Febo, ha il sentore che in questa contesa elettorale c’è pure qualche “dilettante allo sbaraglio”…
Speriamo che ci siano anche persone preparate ed esperte capaci di farci sognare e di far tornare l’interesse per l’impegno politico soprattutto nei giovani. Per realizzare questo occorrerà che, una volta aperta l’ultima scheda e proclamato il nuovo sindaco, tutti gli eletti, di maggioranza e di minoranza, entrino con impegno e convinzione nel loro importante ruolo e interagiscano, nel rispetto delle diverse posizioni, ponendosi come obiettivo primario il bene e il progresso di Silvi e dei suoi cittadini. Altrettanto impegno lo dovranno mettere in campo tutti i cittadini vivendo attivamente l’azione amministrativa e facendo sentire con decisione la propria voce quando si dovranno fare le scelte qualificanti per il futuro della città…