Ciao fratellone mio…
Ottavio Scianitti non lo si ricorda... è lui che ricorda a noi, attraverso i suoi racconti la vita, le tradizioni, la gente, gli usi, i sorrisi, le lacrime, i fatti e i personaggi di Silvi di una volta che vive ancora nei suoi abitanti che hanno, come lui, l’autentico “senso di appartenenza” a un piccolo borgo dove tutti si conoscono e dove condividono gioie, dolori, vittorie e sconfitte... Ha vissuto la sua non breve vita per 4/5 a Toronto...
Eppure il suo cuore, i suoi sogni e i suoi più intimi affetti sono sempre rimasti lassù sul muretto della piazza, sulla loggia, nella verde collina che lo ha visto nascere, crescere e diventare uomo quando non aveva ancora la maggiore età anagrafica ma possedeva già il senno dei “grandi”.
Ripenso al racconto delle sue lacrime quando, dopo aver caricato sulla Fiat 1100 di Marinelli la sua valigia con i pochi effetti personali e aver salutato i suoi compagni, vedeva scomparire pian piano il campanile della chiesa di Silvi Paese... Andava a Napoli a imbarcarsi per raggiungere il padre in Canada... Si capiva che la sua non era semplice nostalgia, ma qualcosa di più profondo e radicato fortemente dentro di se... Ottavio in quegli attimi sentì che un pezzo del suo grande cuore, lo stesso che negli ultimi anni della sua vita gli ha creato seri problemi, si stava spezzando...
Parecchi anni dopo, grazie alla memoria storica della sua anziana mamma, mise insieme tanti ricordi della vita e delle vicende di Silvi dai primi anni del secolo scorso fino agli anni ‘60. Me li mandò accompagnati da due righe: “fratello te li affido, mettili in bella copia e pubblicali su SILVI 15”. Li raccolsi, li confrontai con le testimonianze di alcuni “anziani” del borgo, li misi, come lui mi aveva chiesto, “in bella copia” e li pubblicai prima sul mio giornale e poi anche nel bel libro “Per le vie del Borgo” che parecchi hanno letto, ma che tutti coloro che si sentono silvaroli “dentro” dovrebbero leggere e conservare tra le cose preziose di famiglia...