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L’influenza “Spagnola”
L’EPIDEMIA KILLER DI UN SECOLO FA
(Ricostruzione storiografica di Elisabetta Mancinelli)

L’influenza spagnola fu la prima pandemia moderna causata dal virus H1N1, che tra il 1918 e il 1919 dopo la Prima Guerra Mondiale uccise tra i 50 e i 100 milioni di persone, così chiamata perché, in tempi di censura i primi a parlarne furono i giornali spagnoli. Nel 1918 in assenza di trasporto aereo civile, l’influenza spagnola impiegò più tempo a diffondersi per il mondo. In alcuni luoghi arrivò dopo mesi, viaggiando in traghetto o in ferrovia, tuttavia alla fine poche nazioni furono risparmiate.

Fu favorita dalle condizioni umane e igieniche in cui dovettero combattere i soldati sui vari fronti, all’interno delle trincee. La caratteristica più sorprendente della pandemia fu il suo tasso di mortalità insolitamente alto tra le persone sane di età compresa tra 15 e 34 anni. Oggi si ritiene che fu diffusa dai soldati americani sbarcati in Europa dal 1917 per prendere parte alla Grande Guerra. Fu definita “il più grande olocausto medico della storia”. La pandemia di influenza spagnola ha ucciso più della peste nera ed in sole 24 settimane ha mietuto più vittime dell’AIDS in 24 anni. I casi di contagio raggiunsero i 500 milioni provocando la morte dell’allora 5% della popolazione mondiale. L’origine della terribile influenza è stata rilevata essere epizootica: dai volatili è passata ai maiali che hanno contagiato poi l’uomo. La zona in cui pare si sia originato il terribile ceppo batterico è la Cina meridionale, tuttavia il primo caso accertato venne registrato in Kansas l‘8 marzo 1918. Si stima che le vittime in Italia furono almeno 600.000. In brevissimo tempo, ma non si hanno notizie certe e provate, in America perirono circa 675.000 persone.

Furono dunque le truppe americane, secondo le più recenti relazioni, a diffondere sul continente europeo, anche casualmente il nuovo agente patogeno, essendo stati in parte anche loro direttamente contaminati tramite un vaccino che era stato loro inoculato. La storiografia tedesca, subito dopo la sconfitta e la disfatta con la firma della resa senza condizioni, negli anni immediatamente successivi, attribuì proprio all’efficacia della “spagnola” la causa della sconfitta finale. Un primo picco dell’epidemia, che si diffuse ad una velocità impressionante, si ebbe in giugno e luglio del 1918, ma “l’ondata” più micidiale colpì in pratica tutto il mondo e raggiunse il suo culmine in ottobre e novembre, per placarsi poi nella primavera del 1919. Se tutta la guerra, la Grande Guerra, in cinque anni di conflitto, aveva fatto circa 9 milioni di morti nella sola Europa, questa epidemia ne fece, in pochi mesi, ben più di 20 milioni: un decimo della popolazione del continente che era stimata, all’epoca, in circa 280 milioni di persone. Alcuni storici sostengono che i morti, in tutto il mondo, furono all’incirca 40 milioni (altri sostengono addirittura che i decessi furono ben più di 75 milioni).
Questi dati non potranno mai essere o confutati o ufficializzati poiché in molte regioni del pianeta in cui è stata segnalata la presenza di morti per questa pandemia, specie nei Balcani, in Asia e in Medio Oriente non vi erano, in quegli anni e in quelli successivi, statistiche o censimenti che potessero essere da riferimento sulla consistenza della popolazione e tanto meno di quella colpita dal morbo letale. Restando però alle cifre ufficiali comunque il numero delle vittime fu dichiarato, a infezione scomparsa totalmente, nel 1920, in circa 350.000 per l’Italia (ma altri dati parlano di 600.000), 166.000 per la Francia (350.000), 225.000 in Germania (400.000), 228.900 in Inghilterra, in Austria-Ungheria 1.000.000 (2.500.000).Il 25% delle vittime erano sotto i 15 anni e il 45% fra i 15 e i 35: da queste statistiche si evidenzia come la malattia colpì generalmente i giovani.
Anche in Abruzzo tanti perirono per questa terribile pandemia, tra le vittime anche mio zio, fratello di mio padre Raffaele Mancinelli che perse la vita a 20 anni. Era tanto benvoluto a Silvi che al suo funerale tutti gli abitanti lo piansero disperatamente.

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