Tra turismo e identità culturale
LA MAGICA NOTTE DI S. GIOVANNI AL “BORGO”
Riproposta l’antica tradizione delle “Cummare a fiure”, tra buona musica all’alba, cibi andati in disuso ed escursioni

Dopo il successo della Pasquetta a Silvi Alta, l’Associazione Antico Borgo Marinaro ha messo a segno la sua seconda manifestazione dedicata al turismo esperienziale, portando in scena La Notte di San Giovanni nell’antico borgo, a cavallo tra il 23 e il 24 giugno. L’evento, che ha registrato un buon successo di pubblico soprattutto da parte dei turisti ospiti negli hotel, è stato anche la vetrina di Silvi per il Cerrano Family Festival Open Day dell’Estate 2018.

Un programma vario, fatto di musiche tradizionali e un suggestivo concerto all’alba, la riscoperta di cibi e tradizioni enogastronomiche ormai in disuso, a base di erbe spontanee e lumache, ma anche escursioni e visite guidate. A fare da padrona, però, è stata, anche questa volta, la volontà di ricostruire le usanze tradizionali della cultura popolare, che alla notte di San Giovanni attribuiva proprietà taumaturgiche che richiedevano particolari riti. Tra questi, per esempio, quello della “Cummare a fiure”, vivo nella memoria dei più anziani, meno alle generazioni più giovani. Nel giorno di San Giovanni, tradizionalmente, si regalava un mazzo di fiori a qualcuno a cui ci si sentiva affini. Il rito proposto a Silvi Alta prevedeva anche il salto del fuoco, da compiere insieme. Da quel momento, tradizionalmente, la relazione sociale tra i due individui cambiava e si trasformava in un vero e proprio rapporto comparatico, simile a quello che si aveva con il testimone di nozze o con il padrino di battesimo o di cresima. Un rito semplice, ma che evidentemente serviva alla comunità a stabilire alleanze e legami propositivi, rinforzando le relazioni. L’Associazione Antico Borgo Marinaro, dunque, continua nel suo intento di valorizzare in chiave turistica la cultura immateriale di Silvi, che ne ha plasmato l’identità. Per quanto il progresso renda impossibile, oggi, perpetuare molte delle credenze ed alcune delle usanze del passato, riproporle e dargli valore in quanto atti collettivi che provengono da secoli di esperienze comuni, vuol dire preservare la precisa identità della comunità silvarola: sapere da dove si viene, per decidere dove si va. E in questo caso la destinazione, che richiederà un lungo percorso e molte iniziative simili, è quella dello sviluppo di un turismo destagionalizzato, culturale e esperienziale per il borgo di Silvi.