Che strana estate quella di quest’anno!.. Un giugno e, finora, un luglio così “estivi” non si vedevano da tempo immemorabile. Niente pioggia, tantissimo sole e senza quella cappa di afa che ha creato problemi e incendi in tante altre regioni. Insomma, c’erano tutte le condizioni per fare di questo periodo il tempo ideale per le vacanze. Invece la maggior parte degli operatori turistici di Silvi (albergatori, agenzie di appartamenti estivi, stabilimenti balneari, affittacamere ecc..) si stanno leccando le ferite e intrecciano le dita pensando all’immediato futuro, quando restano poco più di 30 giorni per rifarsi. Bisogna fare qualcosa se non vogliamo che la stagione 2018 prenda la stessa piega. Però occorre partire subito per evitare affanni e delusioni. Alcuni lettori ci hanno chiesto di occuparci di questo problema per cercare insieme gli opportuni rimedi. I toccasana e i miracoli, in questo campo, non esistono. Esistono, però, esperienze, che hanno dato confortevoli frutti, dalle quali si possono prendere spunti importanti. In Italia la stagione 2017, in generale, si sta evolvendo in maniera positiva, con un deciso aumento di arrivi e presenze, non solo nelle città d’arte, dove la differenza la fanno soprattutto gli stranieri,ma anche nelle altre località balneari, nonostante non abbiano avuto una meteorologia favorevole come la nostra e non possano vantare, come noi, tutte le bandiere possibili e immaginabili con tanto di parco marino. Bisogna “vendere” e saper vendere la nostra offerta turistica. Vendere vuol dire inserire Silvi nei grandi circuiti del mercato delle vacanze e presentarla in maniera “appetibile”. Possiamo avere le migliori mele del mondo, ma se non le portiamo al mercato e le presentiamo come si conviene nessuno sarà messo nelle condizioni di acquistarle… Dovranno essere soprattutto gli operatori turistici (tutti) a mettersi insieme, con l’appoggio del Comune, affiancati da esperti (veri) di marketing turistico e, dopo aver preso atto dei nostri non eccellenti risultati e di quelli buoni degli altri, pianificare gli opportuni interventi individuandone obiettivi, strumenti e mezzi finanziari. Altrimenti si rischia di fare la fine che ha fatto, ad esempio, la sanità pubblica, un tempo fiore all’occhiello della nostra nazione ed oggi autentica delusione per come si è ridotta nella sua organizzazione, nei suoi organici e, in particolare, nel pessimo servizio reso, in larga parte, ai cittadini, in specie a quelli meno abbienti. Loro, i nostri politici regionali e nazionali non hanno i problemi che abbiamo noi comuni mortali. Gli basta un colpo di telefono per avere prestazioni in giornata, magari anche senza impegnativa e senza pagare alcun ticket. Per gli altri, invece, per fare una risonanza magnetica o un holter Ecg o per una polisonnografia ci voglio mesi; talora quanti ne bastano per far si che la malattia porti alla morte. E, poi, spendono e sperperano denaro pubblico in grandiose quanto inutili e costose campagne pubblicitarie sulla necessità di fare la “prevenzione”!!! Si fa, forse, prevenzione autorizzando un semplice accertamento solo dopo otto mesi (se tutto va bene) che il paziente ha avuto i sintomi di una malattia?