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editoriale

“…E la chiamano estate…” cantava Bruno Martino, principe dei Night e della canzone melodica italiana anni ‘60/’70. E noi, cari lettori, come possiamo chiamare “estate” quella che è iniziata da pochi giorni, vista la situazione “imbarazzante” in cui la nostra città si trova? Le cose, indubbiamente, non andavano a gonfie vele, ma silurare una nave carica di passeggeri perché non navigava a pieno regime è parso a molte persone (dei diversi schieramenti politici) una sorta di “carognata”. L’incomprensibilità, se non la scarsa giustificabilità, del gesto messo in atto dai consiglieri dimissionari che hanno lasciato Silvi senza amministrazione, trovano consistenza nel fatto che si era alle porte dell’estate, stagione tanto attesa da molti cittadini che di turismo vivono… Non si poteva almeno aspettare settembre? Alla fin fine cosa sarebbe cambiato? E, invece, no. È successo come l’odiosa vicenda del passaggio a livello di Rampa Simoni Mariannina che è stato chiuso, con tanto di ordinanza del funzionario comunale competente (?), ad inizio estate senza garantire soluzioni alternative capaci di scongiurare possibili inconvenienti, disagi per la circolazione e seri pericoli per la sicurezza in caso di malaugurati eventi meteorologici calamitosi come quelli che hanno caratterizzato diverse estati negli ultimi dieci anni. Incrociamo le dita, ma se dovesse ripetersi un nubifragio come quello di qualche tempo fa, i rischi, i danni, i pericoli e la stessa incolumità per i cittadini potrebbero essere pesanti… Stesso discorso vale in caso di incendio. A L’Aquila hanno messo sotto processo la commissione grandi rischi per non aver previsto il terremoto, che, notoriamente, non è facilmente prevedibile… A Silvi cosa accadrà se dovesse succedere qualcosa a cose e persone per colpa del passaggio a livello fatto chiudere senza aver provveduto ad attivare soluzioni alternative? Una cosa è certa: visto anche il grande interesse che si è creato in città, non si potrà parlare di eventi “imprevedibili” nè di danni non evitabili e qualche funzionario del Comune potrebbe anche essere chiamato a rispondere del suo operato (o della sua ”inoperosità”) davanti al giudice e, forse, a risarcire i danneggiati…

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