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La Direttiva UE “Bolkestein”

UN PROBLEMA DA RISOLVERE

L’UE non può considerare i “lidi” dei servizi pubblici

In occasione del SARAL, fiera delle attrezzature per strutture turistiche, si è tenuta alla sala convegni della Fiera Adriatica un affollatissimo incontro tra le imprese balneari di tutto l’Abruzzo e tutte le sigle di categoria. Scottante il tema: “Le Imprese balneari e il loro futuro…”. Al centro della polemica la nota e odiata direttiva dell’UE chiamata Bolkestein, dal nome del commissario che l’ha presentata, per la quale  le concessioni demaniali, che vengono impropriamente considerate “servizi pubblici”, alla scadenza non possono più essere rinnovate automaticamente come avveniva finora, ma devono essere assegnate mediante le cosiddette “evidenze pubbliche”, ossia con gare “al miglior offerente”. Il primo successo è stato già raggiunto, a mio avviso, e si tratta della straordinaria unità raggiunta da tutte le sigle sindacali che hanno fatto un unico tavolo eliminando dissapori, incomprensioni e gelosie che avevano caratterizzato la loro azione negli anni passati. Ora occorre che alle loro tesi  aderiscano tutte le forze politiche regionali e nazionali le quali si dovranno impegnare seriamente per contrastare con argomenti seri e calzanti le minacce dell’UE, purtroppo passivamente condivise dal governo dei “tecnici” che non hanno mancato anche in questa circostanza di far capire che loro non stanno dalla parte dei cittadini e delle imprese ma, piuttosto, con le banche e i manovratori finanziari. Opportuno, dunque, l’invito rivolto dalle sigle sindacali di categoria a tutti i candidati abruzzesi nelle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, affinché dichiarassero la loro posizione in merito e sottoscrivessero l’impegno, se eletti, a condurre una battaglia forte a favore delle loro legittime aspettative. Gli stabilimenti balneari rappresentano una forza e una fetta dell’economia turistica rilevante per l’Abruzzo e non possono essere lasciati soli in questo delicato momento in cui gli operatori turistici sono chiamati a dare il massimo per contrastare la concorrenza nazionale e straniera. D’altra parte, come si diceva, la direttiva Bolkestein riguarda specificatamente i “servizi pubblici” che non devono essere confusi con i “servizi al pubblico” che sono ben altra cosa. Non solo, ma l’UE non può usare due pesi e due misure: alla Spagna che ha stabilito di rinnovare le concessioni demaniali per 75 anni, almeno finora, l’UE non ha contestato alcunché. Allora, perchè dovrebbe interferire su una analoga presa di posizione del governo italiano?

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