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Completamento della pista ciclabile
FARÀ LA FINE DELL’ASINO DI BURITANO?
Appare davvero difficile conciliare tutte le diverse proposte

10-Pista-ciclabilePista ciclabile si, pista ciclabile no? È questo il dilemma che sta letteralmente ossessionando il popolo del Web negli ultimi 30 giorni. Quest’opera, pomposamente definita da molti “strategica” non sembra essere nata sotto una buona stella.

L’anno scorso furono aperti i primi due tratti, realizzati nelle periferie sud e nord di Silvi. C’è chi sostiene che non è stato un caso fortuito il fatto che chi ha progettato e realizzato i primi lotti dell’opera pubblica abbia lasciato per ultimo il tratto che interessa il centro di Silvi, che presenta una miriade di criticità. Si è trattato, forse di una sveltina per lasciare ad altri la patata bollente, dopo aver progettato e realizzato i tratti di periferia che non presentavano difficoltà realizzative né potevano essere occasione di critiche da parte di cittadini e movimenti civici e politici? Che il completamento della pista ciclabile abbia un rilievo nessuno lo può negare. Ma mai come in questa circostanza i pareri di tecnici, “opinionisti” di FB, amministratori, comitati di quartiere, partiti, movimenti civici e cittadini sono discordanti. Dico la mia. Il lungomare di Silvi è quello che è e non lo possiamo allargare: percorso carrabile a doppio senso, passeggiata e marciapiedi, aiuole e pini, Escludiamo, tout court, l’abominevole ipotesi di realizzare la ciclabile al di là delle case a pochi metri dalla battigia rubando gli ultimi spazi rimasti liberi alla nostra spiaggia, dopo l’invasione del cemento e la concessione delle aree demaniali date per attrezzature turistiche o per usi privati. Rimangono la strada carrabile, la passeggiata e le aiuole dove insistono i pini. C’è chi propone di abolire tutti i parcheggi ai lati della strada per realizzare lì la pista ciclabile. Ipotesi che non ha gambe per camminare perché il lungomare non ha aree o piazze sufficienti destinate o destinabili a parcheggio e le abitazioni non hanno garage. C’è chi dice che basterebbe chiudere al traffico delle vetture una parte del lungomare. 

Ci sono quelli che insistono per il senso unico. Ipotesi suggestive ma fuori da ogni logica, almeno fin tanto che non si mette mano al sottopasso di via Taranto rendendolo uguale a quello di via Po’. Non vale neppure la pena citare chi sostiene che si dovrebbe realizzare sulla SS.16 o su una improbabile e fantasiosa transcollinare. Rimangono la passeggiata, i marciapiedi e le aiuole con quanto esse contengono.
Alcuni ritengono che le aiuole non si toccano. Altri sostengono che la passeggiata così com’è utilizzata non consente la sua restrizione per fare spazio alla ciclabile. Se si continua a polemizzare senza arrivare a una soluzione la pista ciclabile farà inevitabilmente la fine dell’asino di Buritano che, avendo davanti alcune balle di paglia di diverso tipo, non riuscì a decidere quale mangiare per prima e finì con il morire di fame. A meno che… non avremo tutti l’umiltà e il coraggio di accettare la soluzione che i tecnici prospetteranno come la migliore possibile, in particolare sotto il profilo ambientale. Che i pini rappresentino la nostra storia nessuno lo può negare. I pini sani guai a chi li tocca. Quelli che hanno le “ore di vita contate” o rappresentano un pericolo dovrebbero, ciclabile o non ciclabile, essere, comunque, eliminati e sostituiti. In questo caso, se il tracciato della ciclabile lo dovesse richiedere, le piante sostitutive potrebbero essere rimesse anche un po’ spostate rispetto a prima.
Una cosa è certa: i tecnici che stanno lavorando sul progetto non hanno interessi di carattere personale da difendere, (non stiamo parlando di lottizzazioni o terreni edificabili da sfruttare ma di aree e di un’opera pubblica che tali rimarranno tali anche dopo l’eventuale intervento). Lasciamoli fare e vediamo cosa succederà.

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