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La zona “C3” del Parco Marino
I BALNEATORI CHIEDONO CHIAREZZA
Il sindaco Scordella rivendica il ruolo centrale del Comune

I titolari delle concessioni demaniali ricadenti nella zona denominata ”C3” dell’Area Marina protetta del Cerrano (che va dalla foce dell’omonimo torrente fino a piazza dei Pini) non ci stanno più a subire passivamente i continui interventi dell’AMP che ha delimitato con paletti e corde quasi tutte le aree di spiaggia libera situate tra una concessione e l’altra. Sembra, oltretutto, che di quelle delimitazioni non siano state informati né la Guardia Costiera che ha compiti di vigilanza e controllo sul demanio marittimo, e neppure il Comune al quale la Regione nel 2001 ha delegato le funzioni amministrative in materia di demanio marittimo ad uso turistico.

Eppure, da qualche tempo l’AMP ne sta vietando l’uso pubblico a cui erano destinate per riservarle a improbabili zone dunali, mai storicamente presenti in tutta quella lunga striscia di spiaggia, o alla nidificazione del fratino che, peraltro, snobba quelle scelte arbitrarie del Parco marino continuando a nidificare, come ha sempre fatto, dove gli pare e dove sa che sono minori i pericoli per la sua nidiata. Per fare il punto sulla situazione, in prossimità della stagione balneare, gli intestatari delle concessioni Il Corallo, L’Oasi di Morgan, Lido Venere, Las Vegas e Miramare hanno sollecitato un incontro con il sindaco Andrea Scordella anche perché in alcuni casi, quelle recinzioni rendono difficoltoso l’accesso agli stabilimenti balneari. Non solo, ma gli operatori balneari lamentano il divieto, da parte dell’AMP, dell’uso dei mezzi meccanici per la pulizia della spiaggia e la parificazione dell’arenile reso sconnesso dalle numerose mareggiate. Peraltro, la stessa AMP, con la delibera consigliare n. 10 del 2012 aveva preso atto che “...tale zona denominata C3 risulta essere la zona maggiormente interessata da una forte antropizzazione al limite demaniale e dove per stato di fatto le caratteristiche dell’arenile non sono riconducibili agli habitat naturali protetti dell’Area Marina Protetta”. Con quella delibera l’AMP e il suo direttore indicavano con estrema chiarezza la caratterizzazione e la esclusiva vocazione turistica del tratto di spiaggia in esame. Successivamente, però, non si sa per quali ragioni, hanno cambiato opinione e hanno proceduto, senza nemmeno consultare Comune e Guardia Costiera, a recintare ampie zone di spiaggia in nome di una fantasiosa “ricostituzione” di dune lì dove non sono mai esistite. Ancora più fuori luogo l’intervento dell’esponente di un gruppo politico civico di Pineto che, addirittura, ha accusato il sindaco di Silvi Scordella di cose mai dette, solo perché aveva accolto la richiesta dei balneatori di istituire un tavolo per discutere insieme all’AMP eventuali correzioni o miglioramenti. “È sconcertante - ha dichiarato alla stampa il sindaco Andrea Scordella - il polverone alzato sui giornali dal gruppo politico civico di Pineto PartecipAttiva sulla mia intenzione di promuovere un tavolo con AMP, operatori e Guardia Costiera per esaminare la possibilità di migliorare la coesistenza e l’interazione tra le parti interessate alla gestione del territorio di competenza di Silvi. E’ assurdo, poi, che un gruppo civico politico di Pineto pretenda di dettare legge anche su cose che riguardano esclusivamente Silvi. La contraddizione - ha sottolineato Scordella - si appalesa laddove Pineto PartecipAttiva, ci contesta addirittura il diritto di partecipazione alle scelte gestionali su questioni che interessano gli operatori, i cittadini e l’Ente pubblico competente”. Lo stesso gruppo civico pinetese, rifacendosi a una dichiarazione fatta dal direttore dell’AMP qualche giorno prima, sosteneva sui media che le dune che si trovano in prossimità della torre di Cerrano avrebbero evitato danni conseguenti alla prima mareggiata di febbraio. “Questa - ha puntualizzato il sindaco Scordella - è una asserzione priva di fondamento dal momento che quella mareggiata ha portato il mare fin sotto il ponte della ferrovia. Non solo. Ma che le dune possono ben poco contro la forza delle grandi mareggiate lo dimostra il fatto che a Casalbordino, in corrispondenza alla via Alessandrini, dove si trova la zona dunale più importante e vasta d’Abruzzo, la stessa mareggiata l’ha praticamente rasa al suolo...”.

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